Le lavoratrici nate nel 1963 possono andare in pensione nel 2022 in due modi. Accedendo ad Opzione Donna, che è prorogata per altri 12 mesi, o con 41 anni di contributi versati.

In entrambi i casi si tratta di pensioni anticipate rispetto all’età anagrafica prevista per la vecchiaia a 67 anni. E’ necessario, però, possedere altri requisiti oltre a quello anagrafico.

Come andare in pensione con Opzione Donna

Opzione Donna consente alle lavoratrici di andare in pensione a 58 anni di età se si è dipendenti o 59 anni di età se si è autonome.

Nel 2022 entrambe le categorie centreranno il requisito anagrafico. Si tratta quindi delle donne nate nel 1963 e 1962.

Per quanto riguarda i requisiti e le regole di uscita dal lavoro, nulla cambia rispetto al 2021. Serve aver maturato 35 anni di contribuzione e la pensione è calcolata interamente con il sistema contributivo, più penalizzante rispetto al sistema misto.

Anche la decorrenza della pensione non subisce mutamenti. Per le dipendenti avviene dopo 12 mesi dal perfezionamento dei requisiti, mentre per le autonome dopo 18 mesi.

Uscita dal lavoro con 41 anni di contributi

L’altra strada per andare in pensione per le nate nel 1963 è quella di aver maturato almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Parliamo in questo caso delle lavoratrici precoci.

In pratica coloro che hanno iniziato a lavorare da giovanissime e hanno versato almeno 52 settimane di contributi prima del compimento dei 19 anni di età possono presentare domanda di pensione anticipata.

A conti fatti, le lavoratrici con 41 anni di contributi maturati nel 2022 potrebbero uscire a 59 anni di età, come con Opzione Donna, ma con una pensione piena e non “tagliata” dal sistema di calcolo solo contributivo. La finestra è di 3 mesi e non di 12 come per Opzione Donna.

E’ poi necessario trovarsi in una delle seguenti condizioni di disagio sociale:

  • stato di disoccupazione involontaria;
  • avere una invalidità civile superiore o uguale al 74%;
  • assistere da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
  • aver svolto attività particolarmente faticose e pesanti (lavori usuranti).