Alla luce delle recenti riforme, e considerati gli ultimi interventi del legislatore, quando possono andare in pensione i nati negli Anni ’50? Chi oggi ha tra i 72 e i 63 anni quando e come può presentare domanda di pensionamento? Ma soprattutto, in caso di uscita dal lavoro, a quanto può ammontare l’assegno mensile riconosciuto dall’Inps?

Quando possono andare in pensione i nati nel 1950: l’uscita dal lavoro per chi oggi ha 72 anni

I nati nel 1950 non hanno bisogno di ricorrere alle modalità di uscita anticipata da lavoro per poter richiedere e ottenere la pensione.

Chi oggi infatti ha compito 72 anni (o raggiungerà tale età nel 2022) rientra tra i contribuenti a cui spetta la pensione di vecchiaia/anzianità.

Dal 2019, infatti, l’età per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni, a prescindere dalla categoria professionale alla quale si appartiene. Il decreto ministeriale del 5 novembre 2019, in seguito, ha confermato l’età di 67 anni per la pensione di vecchiaia anche per il biennio 2021-2022.

A partire dal 1° gennaio 2011, comunque, per i lavoratori dipendenti e iscritti ai fondi pensione sostitutivi e integrativi, è necessario raggiungere quota 96, ovvero: almeno 60 anni di età + 36 di contributi oppure 61 anni di età + 35 di contributi. Per i lavoratori autonomi, invece, è necessario raggiungere quota 97, ovvero: almeno 61 anni di età + 36 di contributi oppure 62 anni di età + 35 di contributi.

Alcune gestioni a carico delle quali è liquidato il trattamento pensionistico prevedono che, il requisito minimo contributivo di 35 anni per il raggiungimento della quota debba essere perfezionato escludendo la contribuzione figurativa per disoccupazione e/o prestazioni equivalenti.

Quando possono andare in pensione i nati dal 1951 al 1955: i requisiti per ricevere l’assegno a 67 anni

Nel, come confermato dall’Inps, è necessario aver compiuto 67 anni per poter richiedere la pensione di vecchiaia (67 anni e 2 mesi per i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego) che, quindi, nel 2022 spetta ai nati dal 1951 al 1955.

In quest’ultimo caso, tuttavia è richiesto dall’Istituto il requisito – minimo – dei 20 anni di contribuzione versata.

In generale, va ribadito, che si può accedere alla prestazione anche senza il requisito dell’età, se si possiede un’anzianità contributiva di almeno 40 anni. Nello specifico, se è stato raggiunto il requisito minimo dei 35 anni di contribuzione effettiva, si utilizza anche la contribuzione figurativa per disoccupazione e malattia per arrivare a 40 anni. La decorrenza della pensione, a tal proposito, è fissata trascorsi:

  • 15 mesi per i lavoratori dipendenti;
  • 21 mesi per gli autonomi dalla maturazione del requisito contributivo.

Il diritto alla prestazione può essere perfezionato anche con contribuzione estera maturata in paesi dell’Unione europea o in paesi extracomunitari convenzionati con l’Italia. In tal caso, l’accertamento del diritto a pensione può essere effettuato con la totalizzazione internazionale dei periodi assicurativi italiani ed esteri. L’importo della pensione, invece, viene calcolato in proporzione ai contributi accreditati nell’assicurazione italiana, secondo il criterio del pro-rata che si applica alle prestazioni in regime internazionale.

La pensione di anzianità può essere richiesta online all’Inps attraverso il servizio dedicato. In alternativa, si può fare la domanda tramite:

  • Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
  • enti di patronato e intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Quando possono andare in pensione i nati dal 1956: a chi spetta l’assegno pensionistico a 66 anni

Per andare in pensione a 66 anni, ovvero un anno prima del previsto, i nati del 1956 possono ricorrere a Quota 102 (che ha ormai ampiamento superato Quota 100, scaduta il 31 dicembre 2021).

In questo caso, come chiarito dal legislatore, i requisiti da rispettare sono: il raggiungimento dell’età di 64 anni e aver maturato minimo 38 anni di contribuzione (da qui, 64+38=102) entro il 31 dicembre 2022.

Il cittadino in possesso delle credenziali di accesso (SPID, Carta nazionale dei servizi, Carta di identità elettronica 3.0) può compilare e inviare la domanda telematica di pensione disponibile fra i servizi on line, sul sito www.

inps.it, accessibili nella sezione “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”.

La domanda può essere presentata anche per il tramite degli Istituti di Patronato e degli altri soggetti abilitati alla intermediazione delle istanze di servizio all’INPS ovvero, in alternativa, può essere presentata utilizzando i servizi del Contact center.

Quando possono andare in pensione i nati dal 1957 al 1958: come funziona l’uscita dal lavoro per chi ha già compiuto 64 anni

A Quota 102 possono ricorrere, quindi, tutti i contribuenti che hanno un’età pari o superiore ai 64 anni. Prima del raggiungimento dei 67 anni, per cui spetta la pensione di vecchiaia, i nati dal 1957 al 1958 (e ’56), possono quindi richiedere l’uscita anticipata tramite questa nuova misura.

Ad introdurre Quota 102 è stata la legge di bilancio 2022 (modificando l’articolo 14, decreto-legge 4/2019 in materia di pensione Quota 100). Di fatto, il Governo ha riconosciuto il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento, entro il 31 dicembre 2022, di:

  • un’età anagrafica di almeno 64 anni;
  • un’anzianità contributiva minima di 38 anni.

La modalità di presentazione delle domande è utilizzabile da parte dei lavoratori iscritti alle Gestioni private, alla Gestione pubblica e alla Gestione spettacolo e sport anche per chiedere il cumulo dei periodi assicurativi per il conseguimento del diritto alla pensione Quota 102.

La richiesta, anche in questo caso e come già detto sopra, può essere presentata anche tramite Contact center, patronati e intermediari abilitati.

Quando possono andare in pensione i nati nel 1959: come funziona l’uscita dal lavoro per chi ha meno di 63 anni?

I nati nel 1959, ovvero coloro i quali nel 2022 hanno compiuto (o stanno per compiere) 63 anni, non possono ancora accedere a Quota 102, né tanto meno richiedere la pensione di vecchiaia.

Questo non vuol dire, però, che non hanno alcuna alternativa. Per questi, infatti, c’è la via di uscita tramite pensionamento anticipato per:

  • pensione riconosciuta ai cd. lavoratori precoci;
  • pensionamento anticipato con i con requisiti agevolati per i lavori usuranti.

Infatti, è possibile accedere alla pensione anticipata con requisiti agevolati prevista per i lavoratori pubblici o privati che svolgono attività lavorative particolarmente faticose e pesanti, definite usuranti.

Per accedere alla pensione anticipata con i requisiti agevolati occorre che l’attività usurante sia svolta per almeno sette anni negli ultimi dieci anni di lavoro o per almeno metà della vita lavorativa complessiva.

Mentre ai cd. lavoratori precoci, l’Inps riconosce – su domanda – una prestazione economica a coloro i quali possono far valere:

  • almeno 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci);
  • determinate condizioni indicate dalla legge (es. disoccupati, assistenti di familiare con disabilità; invalidi civili etc.);
  • 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2026.

Per accedere al beneficio della riduzione del requisito contributivo per lavoratori precoci è necessario presentare una domanda di riconoscimento dello stesso entro il 1° marzo di ciascun anno e solo in caso di esito positivo, anche a seguito di verifica della relativa copertura finanziaria, presentare la domanda di pensione anticipata. Eventuali domande presentate successivamente al 1° marzo di ciascun anno, comunque non oltre il 30 novembre, sono prese in considerazione soltanto in caso residuino le risorse finanziarie.