Nel 2024 la pensione anticipata ordinaria sarà ancora ai nastri di partenza di gennaio come una delle misure fisse del sistema. Infatti la misura nata con la riforma Fornero in sostituzione della pensione di anzianità, è ormai strutturale. Significa che non è una misura a scadenza e quindi con i giusti requisiti i lavoratori potranno usarla anche l’anno prossimo. Ed è una misura completamente distaccata dai limiti di età.

In parole povere basta raggiungere la giusta carriera e il lavoratore può lasciare il proprio posto di lavoro.

Il requisito necessario è di contribuzione. Raggiunta una determinata età contributiva l’interessato può andare in pensione, aspettando la finestra di decorrenza di 3 mesi.

Ma quali contributi sono utili alla pensione? La domanda è comune a molti lavoratori, e non riguarda certo solo la pensione anticipata ordinaria. Infatti esistono contributi effettivi, da riscatto, volontari, ma anche e soprattutto i figurativi. Che sono l’oggetto del quesito di un nostro lettore.

“Ciao, sono Paolo e sono un lavoratore che a marzo 2024 dovrebbe timbrare l’ultimo cartellino arrivando così ai fatidici 43 anni e 1 mese di contributi che servono per accedere alla pensione anticipata ordinaria. Nella mia carriera lavorativa però, ho diversi contributi figurativi. Malattie, disoccupazione e cassa integrazione sono i periodi di contributi figurativi che insieme al servizio militare riempiono il mio estratto conto. Volevo capire se nel calcolo che faccio dei miei 43,1 anni di contributi, valgono tutti o no, perché altrimenti mi troverei a dover lavorare ancora per diverso tempo.”

Quali contributi servono per raggiungere la pensione anticipata? Ecco la guida ai figurativi e la loro utilità

La pensione anticipata ordinaria si completa a prescindere dall’età anagrafica, una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o i 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Il nostro lettore che parla di 43,1 anni di contributi, evidentemente conta anche i 3 mesi di finestra mobile per la decorrenza del trattamento.

E fa bene, anche perché nulla vieta a lui stesso di lavorare aspettando i 3 mesi per il primo rateo di pensione.

Significa che avrà una pensione leggermente più alta, considerando 3 mesi in più di lavoro e di contribuzione. Per la pensione anticipata ordinaria, i contributi figurativi sono perfettamente validi sia per il diritto alla pensione che per la misura. Significa che valgono sia per raggiungere i 42,10 anni di versamenti necessari per andare in quiescenza che per il calcolo dell’importo della pensione da prendere.

Ma c’è un vincolo da considerare. Infatti dei 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 anni di contributi per le donne, almeno 35 anni devono essere effettivi da lavoro. Significa che in questi 35 anni non si devono conteggiare i contributi figurativi da malattia e disoccupazione INPS. Se 35 anni sono effettivi da lavoro, tutti i contributi figurativi da indennità per malattia o disoccupazione sono utili a raggiungere il diritto al trattamento e per commisurate il giusto importo spettante.

Cosa sono i versamenti figurativi, elenco e regole per la pensione anticipata

I contributi figurativi sono contributi che possono essere definiti fittizi nel senso che vengono “regalati” al lavoratore durante i periodi in cui non si presta attività lavorativa. Il periodo coperto dalla Naspi per esempio, ha la sua contribuzione figurativa alla pari del periodo di servizio militare o di quello di malattia. A volte sono contributi accreditati automaticamente dall’INPS, altre volte invece vanno riscattati, come accade con il servizio militare. In genere i periodi di contribuzione figurativa sono quelli relativi a:

  • aspettativa per mandato elettorale;
  • aspettativa per mandati e cariche sindacali;
  • assistenza sanitaria per tubercolosi;
  • assistenza a persone con handicap grave;
  • lavori socialmente utili;
  • calamità naturale;
  • cassa integrazione guadagni;
  • chiusura dell’attività per i commercianti;
  • maternità;
  • congedi parentali;
  • contratti di solidarietà;
  • disoccupazione;
  • donazione del sangue;
  • infortunio;
  • malattia;
  • mobilità;
  • servizio militare.

A esclusione del già citato vincolo, tutti gli altri periodi sono perfettamente utili sempre.

Lo sottolinea bene l’INPS sul suo sito ufficiale. Infatti nella scheda dedicata alle pensioni anticipate si legge testualmente che gli interessati, se in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne e 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini, possono andare in pensione se 35 anni di contributi sono al netto dei contributi di malattia e disoccupazione. E, soprattutto, l’INPS sottolinea che per il raggiungimento del requisito contributivo è utile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata.