Andare in pensione prima o aspettare? E’ il dubbio che si pongono tutti i lavoratori e le lavoratrici a partire da coloro che hanno potuto usufruire di Quota 100 o Opzione Donna. Un dilemma che persiste, del resto, da sempre.

Quando si avvicina l’età pensionabile, infatti, si cominciano a fare i calcoli della rendita futura. Mettendo sul piatto della bilancia anche altri fattori legati a costi e benefici di permanenza al lavoro. Sia per i dipendenti che per gli autonomi.

Andare in pensione prima conviene?

Di base ritardare l’accesso alla pensione conviene sempre sotto il profilo economico. Si prende di più, ma la rendita si godrà per minor tempo. Ed è questo che fa scattare la molla nella testa di molti lavoratori che propendono per la pensione anticipata. Perché, se da un lato si perde qualcosa nell’immediato, alla lunga ci si guadagna. Soprattutto se uno campa più di 100 anni.

La regola, tuttavia, non è assoluta. C’è una soglia limite oltre la quale non conviene andare in pensione prima. Soglia che deriva essenzialmente da due elementi che determinano il calcolo della rendita. Il montante contributivo e l’età pensionabile. Dalla combinazione di questi due fattori deriva l’ammontare dell’assegno.

Montante contributivo e coefficiente di trasformazione

Per ottenere la pensione, infatti, si applica al montante contributivo il coefficiente di trasformazione. Cioè una percentuale stabilita dalla legge e commisurata all’età anagrafica del lavoratore.

Il montante contributivo si trasforma così in rendita pensionistica per tutta la durata della vita del beneficiario. Naturalmente, detto coefficiente sale in base all’età anagrafica. Vale a dire, la pensione sarà più alta quanto minori sono le aspettative di vita del lavoratore. E viceversa. Ecco perché tardare l’uscita conviene solo nella misura, ma non nella durata della prestazione.

Altro importante aspetto da considerare per sapere se conviene o no ritardare l’uscita è il regime di calcolo della pensione.

Il sistema retributivo è indubbiamente più vantaggioso rispetto a quello contributivo. Pertanto il diverso metodo di calcolo applicato funge da spartiacque in questo senso.  Perché chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 è più avvantaggiato ad andare in pensione anticipata rispetto a chi ha iniziato dopo

A parità di contributi versati in periodi diversi, la pensione risulta maggiore per i lavoratori più anziani, rispetto a coloro che hanno cominciato a versare dopo il 1995.