Dal mese di marzo del 2022 tutte le famiglie con figli a carico di età inferiore a 21 anni hanno iniziato ad avere a che fare con l’assegno unico e universale sui figli a carico. Una nuova misura che ha sostituito, per esempio, il bonus bebè, il premio alla nascita, ma soprattutto ANF (Assegno Nucleo Familiare) e detrazioni per i carichi di famiglia. In termini pratici l’assegno unico adesso rappresenta la misura universale di welfare per le famiglie. A tal punto che si chiama precisamente assegno unico e universale sui figli a carico.

Lo prendono i lavoratori dipendenti, i lavoratori autonomi, i disoccupati e i percettori del reddito di cittadinanza. Stiamo arrivando quindi al primo anno di funzionamento della misura. E arrivati a questo step gli interessati devono adesso provvedere a un adempimento che si ripete annualmente.

Nuova domanda per l’assegno unico? ecco la verità

Non bisogna ripresentare domanda per chi lo ha già percepito lo scorso anno e questi primi giorni dell’anno. Diverso il caso invece di chi la domanda la deve presentare la prima volta o per chi deve integrarla, magari per nuove nascite o nuove adozioni. Per tutti comunque l’adempimento cardine è l’ISEE. Ci vuole un ISEE in corso di validità, e quindi va aggiornato. Ma per l’assegno unico questi primi mesi dell’anno sono in salvaguardia. Nel senso che sono stati pagati gli assegni in base all’ISEE vecchio ancorché scaduto. Adesso però arriva il momento obbligatorio di rinnovo. Altrimenti c’è il rischio di perdere dei soldi, anche se a determinate condizioni si può avere diritto agli arretrati.

“Buonasera, volevo solo chiedervi quanto tempo ho per rinnovare l’ISEE per non perdere il diritto all’assegno unico sui miei due figli di 12 e 14 anni. Per questioni di lavoro sono all’estero e tornerò a casa a metà marzo.

Mia moglie non sa come fare dal momento che di queste cose burocratiche in famiglia mi sono sempre occupato io da solo. Corro il rischio di perdere qualcosa?”

Assegno unico e universale 2023, ecco cosa fare entro febbraio

Ricapitolando, per l’assegno unico e universale sui figli a carico, chi lo prende già e non ha variazioni da comunicare non deve presentare una nuova domanda. Ma questo non vuol dire che non ci sia qualcosa che i beneficiari devono fare. Durante i mesi di gennaio e febbraio infatti, tutti i beneficiari dell’assegno lo hanno percepito normalmente, come per tutti i mesi del 2022. Una cosa questa che magari può aver tratto in inganno qualcuno. Bisogna ricordare che l’assegno unico anche se non è legato all’ISEE come diritto, lo è per quanto concerne il calcolo degli importi spettanti.

In pratica senza ISEE si prende la cifra minima di assegno prevista che per il 2022 era di 50 euro al mese per figlio e che adesso diventa di 54 euro per via dell’adeguamento dell’assegno al tasso di inflazione. Per questo gli interessati devono rinnovare l’ISEE e renderlo di nuovo in corso di validità. In effetti l’ISEE usato per il 2022, è scaduto lo scorso 31 dicembre. Ma come detto per i primi due mesi del 2023, l’ISEE usato dall’INPS per il calcolo dell’importo è stato quello dello scorso anno, pure se scaduto. Per la mensilità di marzo invece l’INPS pretenderà l’ISEE nuovo. E per questo che entro il 28 febbraio prossimo gli interessati devono presentare la nuova DSU, cioè la Dichiarazione Sostitutiva Unica, propedeutica al rilascio del nuovo ISEE.

ISEE 2022 e ISEE 2023, ecco cosa cambia

isee

L’ISEE 2023 va aggiornato quindi, perché è diverso rispetto al 2022. Cambia l’anno di riferimento dei redditi e dei patrimoni. Infatti l’ISEE 2022 faceva riferimento al 2020 e quindi ai saldi e alle giacenze dei conti, libretti, carte e dotazioni bancarie di quell’anno.

E naturalmente al 730, al modello CU (Certificazione Unica) o al modello Redditi PF del 2021 per l’anno di imposta 2020. Quello del 2023, cioè i dati che l’interessato deve mettere nella DSU fanno invece riferimento a patrimoni e redditi del 2021, come lo sono i redditi dichiarati nel 730 del 2022 per esempio. Cambiando i redditi e cambiando il patrimonio, l’INPS potrà ricalcolare l’importo dell’assegno unico spettante.

Difatti l’assegno unico e universale sui figli a carico sotto i 21 anni di età è commisurato all’ISEE. Nel 2022 l’importo massimo di 175 euro a figlio, riguardava nuclei familiari con ISEE fino a 15.000 euro. Oltre questa soglia, il contributo scendeva fino ad arrivare ai 50 euro al mese a figlio con ISEE superiore a 40.000 euro. Esattamente lo stesso importo di chi l’ISEE nemmeno lo richiedeva. Pertanto è evidente la necessità di rinnovare l’ISEE, come è evidente che serva il nuovo ISEE per consentire all’INPS i nuovi calcoli.

Cosa succede a non presentare la DSU entro il 28 febbraio e cosa rischiano le famiglie

Chi non adempierà a questo obbligo di rinnovo dell’ISEE potrebbe rischiare di prendere già da marzo l’importo minimo di assegno, pari come abbiamo detto a 54 euro al mese. Sempre al netto di eventuali maggiorazioni spettanti come quelle per le famiglie numerose, per le famiglie con entrambi i genitori lavoratori, quelle con invalidi o quelle che prendevano prima di marzo 2022 i già citati ANF. Il nostro lettore quindi corre seriamente questo rischio. Anche se dobbiamo sottolineare che anche per ritardi di questo genere i contribuenti godono di una ulteriore salvaguardia.

Infatti se l’ISEE non viene rinnovato entro febbraio, ma viene rinnovato entro giugno, gli interessati possono ottenere gli arretrati. In pratica possono ottenere le differenze tra l’assegno unico percepito in assenza di ISEE e quindi con importo minimo, per tutti i mesi fino al rinnovo.

Se invece decorre anche giugno senza aver rinnovato l’ISEE, le mensilità con assegno unico ridotto diventeranno irreversibili. In pratica diventeranno soldi persi.

Come si rinnova l’ISEE

Sempre riguardo al quesito del nostro lettore va detto che la sua presenta sul territorio per il rinnovo dell’ISEE non è strettamente necessaria. Se ne potrà occupare anche la moglie, anche se per la prima volta l’onere toccasse a lei. Basterà presentarsi a un Patronato o a un CAF. Si tratta di soggetti abilitati a operare in nome e per conto dei contribuenti e dietro delega. Occorrerà recuperare i saldi e le giacenze medie dei conti correnti di tutti i componenti il nucleo familiare della famiglia. Una cosa che adesso con i servizi di home banking è diventata anche più facile di prima. Infatti questi certificati vengono resi disponibili per gli interessati direttamente nelle loro applicazioni per smartphone.

Non è nemmeno necessario rivolgersi agli sportelli di Poste Italiane e banche varie. E tra l’altro nulla vieta di usare lo SPID, la CIE o la CNS e fare tutto da soli da casa. Infatti anche se per un ISEE il dichiarante è sempre stato il marito (o viceversa), è possibile anche presentare l’ISEE al contrario, con dichiarante colui che non lo era mai stato prima. Il nucleo familiare è lo stesso. Ed in quel caso, magari usando la versione precompilata dell’ISEE, non servono nemmeno le giacenze medie e altri documenti che invece Centri di Assistenza Fiscale e Patronati richiederebbero.