Quando eravamo bambini ci spiegavano che il mondo è pieno di magia. La fonte di questa magia sono le luci sempre mutevoli che danzano nel cielo. La sciamana del nostro villaggio ci raccontò che quelle luci erano gli spiriti dei nostri antenati e che avevano il potere di cambiare la nostra vita. Le piccole cose diventano grandi, l’inverno lascia posto alla primavera, tutto scorre e si trasforma continuamente”, affermava Harold Gould. La Terra, in effetti, sembra essere un vero e proprio scrigno di bellezze.

A partire dalla piante fino ad arrivare agli animali e ai passaggi mozzafiato, la natura è da sempre in grado di stupirci. Quasi come se la magia avvolgesse il nostro pianeta, consentendoci di ammirare degli spettacoli unici nel loro genere. A proposito di magia, anche i governi cercano puntualmente di trovare delle formule grazie a cui soddisfare le esigenze dei cittadini. Ne è un chiaro esempio la possibile introduzione di una misura che permetterebbe a molti contribuenti di beneficiare di un aumento dei guadagni, ma non delle tasse. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Premio di due anni alle partite IVA: aumentano i guadagni ma non le tasse. La formula magica funziona?

Il governo Meloni è al lavoro per decidere quali novità introdurre attraverso la prossima riforma del Fisco. Tra queste si annovera un possibile premio a favore dei titolari di partita Iva. Quest’ultimi, infatti, a partire dal prossimo anno potrebbero beneficiare della possibilità di pagare tasse fisse per due anni, pur ottenendo guadagni maggiori del previsto. Si tratterebbe del cosiddetto concordato preventivo biennale. Ovvero viene definita la base imponibile su cui pagare le tasse per due anni. In questo modo il soggetto interessato può conoscere in anticipo l’importo delle tasse che verserà nel biennio successivo.

Per sostenere tale misura si potrebbe assistere a una fusione tra Sogei e Sose per consentire al Governo e all’amministrazione finanziaria di ottenere maggiori informazioni sulla situazione finanziaria dei contribuenti.

Non tutti, però, potranno accedere a tale opportunità. Tra i soggetti interessati si annoverano titolari di piccole e medie imprese. Ma non solo, anche lavoratori autonomi o professionisti, a patto di registrare un fatturato non particolarmente elevato.

In attesa del Concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo biennale permetterebbe ai soggetti aderenti di essere sottoposti a minor controlli. Potrebbe inoltre rivelarsi una valida arma contro l’evasione fiscale, perché i contribuenti sarebbero meno propensi a fornire false dichiarazione. Questo perché eventuali redditi maggiori non comporterebbero tasse più alte. Il tutto fermo restando l’obbligo di adempiere ai vari obblighi dichiarativi e contabili. Come dichiarato dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, il concordato preventivo biennale è:

“un’innovazione basata sull’ampia mole di informazioni in possesso dell’amministrazione finanziaria” che consentirà di “interloquire con i contribuenti proponendo livelli di fatturato e imposte predefiniti. La misura fa parte di un complesso di istituti volti a ridurre con gradualità ma determinazione il gap fiscale”.

Il condizionale è comunque d’obbligo poiché nulla è ancora dato per scontato. Bisogna infatti attendare le prossime comunicazioni ufficiali da parte del Governo per ottenere informazioni dettagliate in merito e scoprire se, effettivamente, sarà possibile beneficiare questa agevolazione.