In pensione con 10 anni di contributi o anche meno. Mentre si attendono le elezioni del 25 settembre per capire chi andrà al Governo, si fa sempre più probabile il ritorno della Fornero per chi vorrà andare in pensione il prossimo anno.  In attesa della riforma delle pensioni, se la proroga di quota 102 sembra al momento un’ipotesi solo remota, è invece più probabile la proroga di Opzione donna e della c.d. Ape sociale.

Tuttavia si tratta di misure che richiedono una certa anzianità contributiva.

Ad esempio, per opzione donna, è necessaria un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome). Dunque, se ci trovassimo a sfogliare la margherita, Fornero, non Fornero, sembrerebbe che per chi volesse andare in pensione anticipata il prossimo anno, non ci sarebbero comunque molte vie di uscita se non quella di avere versato allo Stato tanti contributi.

Detto ciò però, ci sono casi in cui è possibile andare in pensione con 10 anni di contributi o anche meno.

Partendo dalle regole ordinarie di pensionamento, vediamo chi può andare in pensione con 10 anni di contributi o anche meno.

La pensione di vecchiaia. Le regole ordinarie

Il prossimo anno c’è il forte rischio di un ritorno a regime della legge Fornero.

Ciò comporterà che per  la pensione di vecchiaia 2023 saranno necessari almeno 67 anni di età e un’anzianità contributiva di 20 anni.

Sempre percorribile la pensione anticipata ordinaria nonchè quella contributiva.

Possono richiedere la pensione anticipata ordinaria i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini.

La pensione anticipata contributiva è invece riconosciuta ai lavoratori che:

  • hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996,
  • hanno un’eta di 64 anni di età;
  • presentino almeno 20 anni di contribuzione effettiva nel sistema contributivo puro;
  • abbiano diritto ad una pensione non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (cd. importo soglia annualmente rivalutato).

Attenzione, ai fini del computo dei 20 anni rileva la sola contribuzione effettiva:  obbligatoria, volontaria o da riscatto.

E’ esclusa quella figurativa.

In pensione con 5 0 10 anni di contributi. La pensione di vecchiaia

I soggetti iscritti all’INPS  con primo accredito contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996 e gli iscritti alla Gestione Separata, possono andare in pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi, a condizione che l’importo della pensione risulti non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (c.d. “importo soglia”).

L’importo dell’assegno sociale per il 2022 è pari a 468,28 euro. Tuttavia, per tali soggetti c’è la possibilità di andare in pensione a 71 anni di età e con soli cinque anni di contributi e a prescindere dall’importo della pensione raggiunto. Anche qui, rileva la contribuzione effettiva: obbligatoria, volontaria, da riscatto. Dunque, con esclusione della contribuzione accreditata figurativamente a qualsiasi titolo.

In pensione con il Fondo casalinghe

E’ richiesta un’anzianità contributiva ridotta anche per chi è iscritto al Fondo casalinghe.

In particolare, possono iscriversi al Fondo le persone di entrambi i sessi con età compresa fra i 16 e i 65 anni.

Per la pensione di vecchiaia riconosciute grazie al Fondo casalinghe, sono richiesti i seguenti requisiti:

  • 57 anni di età;
  • 5 anni di contribuzione (60 mesi),
  • importo della pensione non inferiore a 1,2 volte l’importo dell’assegno sociale.

Dunque, considerato che l’importo dell’assegno sociale per il 2022 è pari a 468,28, per andare in pensione con solo 5 anni di contributi, sarà necessario avere diritto ad un assegno pari almeno a 561,936 euro.

Attenzione, non sarà necessario raggiungere alcun importo minimo di pensione, al compimento di 65 anni di età. Per la pensione maturata con il Fondo casalinghe, non si tiene conto dei contributi versati in altre gestioni/casse di previdenza, anche se si tratta di contribuzione Inps.

La pensione di vecchiaia con le casse professionali

Ci sono molte casse professionali che permettono ai propri iscritti di andare in pensione con meno di 10 anni di contributi.

Ad esempio, la cassa degli psicologi riconosce la pensione di vecchiaia a partire dai 65 anni, con almeno 5 anni di contribuzione. La pensione è calcolata con il sistema contributivo. Ancora, la cassa degli Avvocati, prevede la pensione contributiva di vecchiaia: al compimento dei 70 anni se iscritti alla Cassa per più di 5 anni contributivi.

Infine, i consulenti del lavoro possono raggiungere il traguardo della pensione a 69 anni e 5 anni di contributi.