Via libera all’aumento degli stipendi degli statali e del personale militare e di polizia. Il Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che autorizza gli aumenti in busta paga per il triennio 2019-2021, quindi con relativa corresponsione degli arretrati.

Interessati sono tutti i dipendenti delle amministrazioni centrali dello Stato e il personale militare e delle forze di polizia. Seguiranno a ruota anche le altre amministrazioni statali e gli enti pubblici locali.

Nuovi contratti per statali e forze di polizia

La firma del governo al contratto è solo il primo passo formale per l’aumento degli stipendi statali.

Seguirà l’approvazione definitiva della Corte dei Conti e la firma del contratto con l’Aran. I tempi sono quindi ancora lunghi, ma entro giugno si dovrebbe concludere tutto.

Interessati agli aumenti sono circa 650 mila dipendenti statali, 225 mila impiegati ministeriali e 430 mila fra militari e appartenenti ai servizi di polizia. Non tutti riceveranno gli aumenti nello stesso momento poiché dipende da diverse scadenze burocratiche derivanti dalle firme dei contratti.

Gli aumenti in busta paga

Ma a quanto ammontano gli aumenti dello stipendio per il triennio 2019-2021? Per gli statali gli incrementi si aggirano intorno ai 125 euro medi mensili per 13 mensilità. Cifra, al lordo delle ritenute fiscali, e che tiene conto dell’incremento dell’inflazione del triennio in questione.

Per i militari e le forze di polizia gli aumenti medi dovrebbero aggirarsi intorno ai 131 euro lordi mensili, sempre per 113 mensilità. Detto aumento tiene conto anche delle competenze accessorie riservate al personale in servizio. Un incremento, quindi, del 4,26% rispetto alla retribuzione del 2018, quando è scaduto il contratto.

Agli statali e ai militari e forze di polizia saranno quindi corrisposti i nuovi aumenti probabilmente a partire dal mese di giugno. Spetteranno loro quindi anche gli arretrati a partire dal 2019 pari a circa 1.800 euro.

Soldi che si sommeranno a circa 20 euro mensili di anticipo per il 2022, grazie alle risorse stanziate con la legge di bilancio 2021 e che anticipa l’incremento del tasso di inflazione al 1,9% registrato dal Istat.