Più facile andare in pensione per i lavoratori dello spettacolo. Dal 1 luglio 2021, attori, musicisti, cantanti, ballerini, ecc. hanno la possibilità di coprire l’annualità contributiva con sole 90 giornate di lavoro prestate, anziché 120.

Non solo. Se i reddito sono bassi, l’Inps concorrerà in ogni caso al riconoscimento della copertura ai fini pensionistici per l’intero anno solare. Dal 1 luglio è inoltre ammessa la ricongiunzione gratuita dal Fondo Lavoratori Dipendenti (FPDL).

Inps in aiuto ai lavoratori spettacolo

La novità arriva direttamente dal Decreto Sostegni bis (articolo 66 del dl n. 73/2021) che tiene conto delle difficoltà attraversate dalla categoria dei lavoratori dello spettacolo durante la pandemia.

Nel dettaglio, la modifica alla legge attualmente in vigore riguarda la riduzione da 120 a 90 del numero di contributi giornalieri necessari per maturare l’annualità di contribuzione per i lavoratori che svolgono attività artistiche a tempo determinato, direttamente connesse con lo spettacolo

Dal 1 luglio 2021, quindi, sono sufficienti 90 giornate di attività anziché 120 per ottenere la piena copertura. La modifica non ha effetti retroattivi, vale a dire che si applicherà con riferimento alle prestazioni svolte dal 1° luglio 2021 in poi.

Questa novità riguarda solo i lavoratori di cui sopra, non anche tutti gli altri artisti, a tempo determinato, inquadrati in attività non connesse direttamente con lo spettacolo. Per costoro il numero di contributi per ottenere la piena copertura annuale ai fini delle pensione rimane di 260 giornale lavorative.

Per i soggetti inquadrati che svolgono attività a tempo indeterminato non connesse allo spettacolo, il numero di contributi giornalieri necessari per ottenere la copertura annuale resta pari a 312.

Contributi d’ufficio

Fra le altre novità del decreto Sostegni bis a favore dei lavoratori dello spettacolo vi è anche il rafforzamento dei contributi d’ufficio. Una misura atta ad aiutare tutti coloro che svolgono attività in maniera saltuaria e che risultano maggiormente colpiti dalla crisi.

Al momento i contributi d’ufficio sono accreditati dall’Inps per un massimo di 10 anni, nel limite di 60 contributi all’anno e sino a concorrenza dei 120 contributi giornalieri previsti per il perfezionamento dell’annualità nel Fondo Lavoratori dello Spettacolo.

Per l’accredito bisogna avere una retribuzione annua (anche per attività non connesse allo spettacolo) non superiore a quattro volte l’importo del trattamento minimo Inps (cioè circa 26.676 euro annui). Ma anche almeno 60 giorni nell’anno di contributi effettivi versati.

Il decreto modifica le condizioni e riconoscendo l’accredito sino a concorrenza dei 90 giorni e prevedendo che la retribuzione complessiva annua sia verificata avendo esclusivo riguardo alla retribuzione globale derivante dall’esercizio delle attività lavorative per le quali è richiesta l’iscrizione obbligatoria al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo.

Dal 1° luglio 2021, in pratica, la contribuzione d’ufficio (e quindi l’annualità di copertura) è riconosciuta anche con una sola giornata lavorativa. Resta inteso che questa contribuzione non concorre ad aumentare la misura della pensione. I contributi così riconosciuti sono utili solo ai fini del diritto alla pensione e non alla misura.