Come andare in pensione senza subire tagli? Abbiamo visto che il governo, con un colpo al cerchio e uno alla botte, sta gradualmente tagliando le pensioni. Costano troppo, o meglio non sono sostenibili nel medio e lungo periodo per una serie di fattori legati al progressivo invecchiamento della popolazione. Ma anche a causa della denatalità che da sta minando alla base in maniera quasi irreversibile la struttura del sistema pensionistico italiano.

Così nel mirino, per ora, sono finite le pensioni anticipate e tutta quella serie di deroghe che permettono ai lavoratori di lasciare il lavoro prima dei 67 anni di età.

Ogni anno la legge di bilancio modifica qualcosa, senza troppi scossoni che potrebbero risultare impopolari, ma che di fatto permettono all’Inps di limitare i danni degli scempi commessi in passato da classi politiche poco lungimiranti. Di fatto, oggi, solo i lavoratori che si trovano in condizioni di fragilità possono beneficiare di anticipi pensionistici con tagli o penalizzazioni. Per tutti gli altri la via obbligata è la pensione di vecchiaia.

Pensioni senza tagli, quali sono

Ma quali sono oggi le pensione senza tagli? Accettare di lasciare il lavoro prima dei 67 anni rischia di diventare penalizzante e le scappatoie sono poche. Vedi, ad esempio, cosa è diventata Quota 103 che prevede anche per il 2024 l’uscita a 62 anni con 41 di contributi. Chi ne approfitta deve mettere in conto una rendita limitata fino a 67 anni (non più di 2.345 euro al mese), un ricalcolo contributivo della pensione e il divieto di cumulare la stessa con altri redditi da lavoro.

Anche Opzione Donna è penalizzante, così come Ape Sociale per certi versi. Benché le prestazioni sono riservate a persone invalide, che hanno perso il lavoro o che assistono da tempo parenti invalidi. Insomma, difficile trovare delle vie di fuga alternative alla pensione di vecchiaia il cui requisito anagrafico è destinato a salire ancora nei prossimi anni essendo agganciato alla speranza di vita.

Il nostro ordinamento prevede al momento poche eccezioni. Le pensioni con Quota 41 riservate ai lavoratori precoci o quelle di talune categorie di lavoratori. Come i marittimi, il personale di volo o dello spettacolo per i quali restano ancora valide vecchie regole che consento il pensionamento anticipato con un calcolo della rendita favorevole rispetto agli altri. Per non parlare del personale militare e appartenente alle forze dell’ordine, interessato dalla riforma Fornero del 2012.

Da Quota 41 alle pensioni anticipate ordinarie

Per chi ha molti anni di contribuzione alle spalle, vi sono due possibilità per andare in pensione anticipata senza subire tagli. La prima è quella riservata ai lavoratori precoci, conosciuta anche come Quota 41. Si ottiene indipendentemente dall’età anagrafica a patto che il lavoratore abbia 41 anni di contributi versati di cui almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni di età. La domanda di pensione va presentata entro il 1 marzo.

In alternativa c’è la possibilità di andare in pensione con 41 anni e 10 mesi (se donna) o 42 e 10 mesi (se uomo). A prescindere dall’età anagrafica e senza alcun altro vincolo. Il calcolo di questa pensione anticipata, come per Quota 41, avviene in base al sistema contributivo e retributivo (misto) e non si perde nulla in termini economici. Quindi niente penalizzazioni. A differenza, ad esempio, di quanto accade con Quota 103 la cui prestazione da quest’anno avviene con il ricalcolo contributivo.

Unica cosa da sapere è che questa pensione anticipata è soggetta al rispetto di una finestra mobile che per il lavoratore privato è di 3 mesi, mentre per quello pubblico è di 6 mesi. In altre parole, il primo assegno è corrisposto dall’Inps solo dopo 3 o 6 mesi dalla maturazione del requisito contributivo richiesto.

Riassumendo…

  • Sono poche le vie per andare in pensione anticipata senza subire tagli.
  • Alcune categorie di lavoratori restano preservate dalla vecchia riforma Fornero.
  • Da Quota 41 alle pensioni anticipate ordinarie, ma servono molti anni di contributi.