Sono molti i pensionati italiani che sognano di non pagare tasse sulla pensione. Dopo anni di sacrifici e di vessazioni fiscali sullo stipendio, subire anche un prelievo su pensioni sempre più magre è deprimente.

Un problema non solo italiano, ma comune ai Paesi più sviluppati. Anche negli Stati Uniti, dove i pensionati fuggono in Messico o verso i Caraibi. Ma, fatti i dovuti conti, non conviene mollare tutto e andare a vivere in un altro Paese. A meno che non si scappi da qualcos’altro che non sia il fisco.

Trasferirsi all’estero per pagare meno tasse

Per capirlo, bisogna guardare se costi e benefici valgono bene la decisione di abbandonare l’Italia per andare a vivere all’estero da pensionati. Come in Tunisia, Portogallo o Grecia. Qui le tasse sulle pensioni vanno dal 5 al 10%. Contro il minimo del 23% dell’Italia.

Un esempio pratico chiarirà meglio. Un pensionato, ad esempio, che percepisce una pensione media di 25 mila euro all’anno paga in Italia tasse per 5.200 euro circa. Il 20,8% del totale lordo. In Portogallo pagherebbe circa la metà, con un risparmio di 2.600 euro (216 euro al mese). In Tunisia solo un quarto con un risparmio di 3.900 euro (325 euro al mese).

Cifre che lette così sembrano interessanti, lasciano forti dubbi sulla convenienza a lasciare l’Italia per altri lidi dove il costo della vita è più basso. A ben guardare ci sono degli ostacoli che possono far desistere e che spesso non si prendono in considerazione se non quando si è sul posto. Esistono anche molti studi di consulenza, anche in rete, che promettono mari e monti – dietro lauto compenso naturalmente. Ma non spiegano mai a cosa si va realmente incontro.

Meno tasse sulla pensione, ma più spese da sostenere

In buona sostanza quello che si risparmia da una parte col fisco italiano, poi lo si va a spendere dall’altra per altre cose.

Come trovare un alloggio e adattarsi alla vita del Paese ospitante. Bisogna infatti mettere in conto costi che in Italia un pensionato non sosterrebbe: pratiche burocratiche, biglietti aerei, costi di trasferimento, assicurazioni sanitarie, ecc.

Ci sono poi altri fattori su cui bisogna riflettere attentamente. La lingua (da imparare necessariamente), usi e costumi differenti, la cucina, il clima, la lontananza dai propri affetti familiari. Oltre a seguire le procedure amministrative per predisporre il pagamento della pensione esentasse all’estero. La burocrazia è pesante anche all’estero, non solo in Italia. Cose che, raggiunta la veneranda età della pensione, sono spesso difficili da sopportare.

Adattarsi, quindi, a una nuova realtà, benché più vantaggiosa fiscalmente per i pensionati italiani, implica parecchie rinunce e, a volte, un salto nel buio che in molti casi genera stress e problemi di adattamento. Col risultato che tanti pensionati, dopo una breve esperienza in Portogallo o in Tunisia, poi tornano alla terra di origine.