Torna l’assegno di invalidità per i disabili parziali che lavorano.  In Commissione Bilancio al Senato è stato approvato l’emendamento al Dl fiscale che ripristina l’assegno di invalidità per gli invalidi parziali che prestano attività lavorativa.

Ad annunciarlo è stato il ministro del Lavoro Andrea Orlando dopo attente valutazioni sulla recente sentenza della Corte Costituzionale e su pressioni da parte delle associazioni.

“Correggiamo un’ingiustizia. Manteniamo la promessa fatta a famiglie e associazioni che lottano per l’inclusione“.

Torna l’assegno di invalidità per chi lavora

Dal prossimo anno, quindi, l’assegno di invalidità per i disabili in grado di svolgere lavoretti o incarichi di breve durata non sarà eliminato.

Contrariamente a quanto disposto dalla Corte Costituzionale e recepito dal Inps con messaggio numero 3495 del 14 ottobre 2021, si fa un passo indietro.

Ma perché questo dietrofront? I giudici della Corte Costituzionale, esaminando un cavillo giuridico, avevano sentenziato che l’assegno di invalidità è erogato solo nel caso in cui risulti la” inattività lavorativa” del soggetto a prescindere dal reddito.

Cosa che aveva mandato su tutte le furie le associazioni che avevano tuonato:

“mai nulla di tanto imbarazzante è stato fatto ai danni di una categoria di lavoratori già di per sé emarginata dal contesto sociale e lavorativo”.

Eppure, in punta di diritto, i giudici costituzionali non hanno sbagliato nulla mandando così un messaggio chiaro al legislatore di stare più attento a quello che si scrive quando si fanno le leggi.

I limiti di reddito

Chiusa la parentesi, andiamo a vedere quali erano i limiti di reddito consentiti per non perdere il diritto all’assegno di invalidità. L’importo, come noto, ammonta a 287,09 euro al mese ed è pagato dal Inps alle persone di età compresa fra i 18 e 67 anni con una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 74 e il 99%.

Il limite di reddito annuo consentito per mantenere l’assegno di invalidità è di 4.931,29 euro per il 2021.

Pertanto fino a tale soglia di reddito lavorativo (o altro) è possibile continuare a beneficiare del sostegno economico erogato dal Inps.

Qualora tale limite fosse superato, anche solo temporaneamente, il beneficiario è tenuto a segnalarlo al Inps che provvederà alla sospensione dei pagamenti. Diversamente, l’Inps incrociando annualmente i dati di reddito con l’Anagrafe Tributaria agirà d’ufficio recuperando anche gli arretrati indebitamente corrisposti.