Andare in pensione con Quota 103 per i docenti potrebbe non essere particolarmente vantaggioso. Non tanto per l’importo della rendita limitato a 5 volte il trattamento minimo, quanto per i tempi di attesa.

Per gli insegnanti che hanno già maturato lo scorso anno i requisiti necessari per andare in pensione con Quota 103, i tempi di liquidazione della rendita da parte dell’Inps sono contenuti. La pensione decorrerà dal 1 settembre 2023. Ma per chi presenta domanda quest’anno? E’ bene chiarire alcuni aspetti, anche perché il tempo per la richiesta di cessazione dal servizio (28 febbraio 2023) sta per scadere.

Quota 103 per insegnanti, attenzione alla finestra

Ricordiamo che Quota 103 prevede che la pensione per il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni, quindi anche della scuola, sia erogata dopo 6 mesi dalla maturazione dei requisiti. Da quest’anno e fino al 31 dicembre 2023 si può accedere alla deroga pensionistica a 62 anni di età con 41 anni di contributi.

Questa condizione va considerata tenendo conto delle disposizioni ministeriali che prevedono l’uscita dalla scuola per Quota 103 con dimissioni entro il 31 agosto e decorrenza della pensione a partire dal 1 settembre 2023. E’ questa l’unica finestra annuale disponibile per gli insegnanti. Quindi, bisogna prestare la massima attenzione e fare i dovuti calcoli prima di presentare domanda di cessazione dal servizio.

Infatti, se il docente matura i requisiti per Quota 103 entro marzo di quest’anno, ad esempio, inizierà a percepire la pensione liquidata dal 1 settembre 2023. Quindi senza discontinuità fra stipendio e pensione. Ma se lo stesso insegnante raggiunge i requisiti a dicembre, la rendita partirà dal 1 giugno 2024. Quindi resterà senza stipendio per 9 mesi. Un lasso di tempo che potrebbe non essere gestibile senza soldi.

Ritardi anche per la liquidazione del Tfs

Ma i ritardi non riguardano solo la decorrenza della pensione. Anche il trattamento di fine servizio (Tfs) per i dipendenti statali è liquidato dopo molto tempo.

I tempi di attesa sono di 24 mesi. Così gli insegnati che escono con Quota 103 e devono aspettare la pensione per mesi non possono nemmeno compensare l’attesa con i soldi della buonuscita.

Quindi, attenzione a fare bene i conti prima di presentare domanda di pensione con Quota 103 quest’anno. Perché nel settore pubblico ci sono regole che tendono a penalizzare i lavoratori a differenza di quanto accade nel settore privato.

Ricordiamo che, anche con Quota 103, è sempre possibile ottenere l’anticipo del Tfs dalle banche convenzionate, ma i tassi di finanziamento e i costi istruttori della pratica sono lievitati parecchio. Dal 1 febbraio 2023, tuttavia, l’Inps ha attivato le procedure che consentono l’anticipo della buonuscita a un tasso annuale del 1%, più 0,5% di costi amministrativi di gestione.