Fare l’insegnate in una scuola primaria è usurante, mentre in una scuola secondaria no. Da quest’anno, oltre agli educatori d’asilo e d’infanzia, anche i maestri possono andare in pensione con Ape Sociale perché il lavoro è ritenuto usurante dalla legge.

Questo comporta che tali figure professionali, escluse fino al 2021, possono ora lasciare il lavoro a 63 anni di età con 36 anni di contributi. Per i docenti di scuole secondarie, invece, l’opzione resta preclusa.

Insegnare alle elementari è veramente usurante?

Viene così da domandarsi come mai nell’Italia della parità dei diritti insegnare alle elementari è ritenuto più gravoso, mentre nelle altre scuole di ordine e grado superiore no.

Come noto a stabilire chi debba rientrare nei nuovi lavori gravosi per andare in pensione prima è stata la Commissione governativa Damiano che ha stilato un apposito elenco sulla base di risultanze e studi fatti dall’Inail e dall’Inps. Ma poi è stata la politica a decidere.

Ne è saltato fuori che il lavoro dell’insegnante in generale è stressante, usurante e merita maggiore tutela previdenziale. Tuttavia quello dei docenti di scuola elementare sarebbe più gravoso di quello dei docenti di scuola media e superiore. Quindi gli uni possono andare in pensione a 63 anni, gli altri a 67.

Una sottile differenza che si determina a seconda di chi sono gli alunni. In teoria – secondo la Commissione – la tenera età degli allievi genererebbe più stress rispetto agli studenti adolescenti. Cosa non affatto vera, a detta dei sindacati, che da anni si battono per una equiparazione dei diritti. Come sostiene Marcello Pacifico, presidente dell’Anief:

“ il lavoro all’interno di un istituto scolastico è tutto usurante. Vi sono delle dimostrazioni scientifiche che non fanno differenze sostanziali tra gli strascichi psicologici e fisici che comporta l’opera professionale in un istituto scolastico”.  

Tutta una questione di numeri per andare in pensione

Questa decisione del governo di “discriminare” chi fa lo stesso tipo di lavoro non è certo andata giù al corpo docente.

Anche perché, a ben guardare, il lavoro dell’insegnamento alle superiori è più impegnativo e delicato di quello di una maestra di scuole elementari che non deve occuparsi di selezionare gli studenti.

Ma nell’Italia dove ormai tutto accade senza più grandi manifestazioni di piazza e ci si rassegna a tutto, la motivazione è un’altra. E sta nei numeri. Gli insegnati delle scuole elementari sono circa 245 mila, mentre quelli delle medie e superiori quasi 400 mila. Estendere il beneficio di Ape Sociale a tutti sarebbe risultato troppo oneroso per l’Inps.

Ecco quindi – osservano i sindacati – che con un semplice stratagemma si è risolto il problema di conti raccontando a tutti che lo stesso mestiere, svolto in istituti diversi, può essere più o meno gravoso.