Fare una riforma pensioni che eviti il ritorno della Fornero è quasi impossibile. E non perché il governo non ne è capace o perché si vuole prendere in giro i lavoratori. Ma semplicemente perché non ci sono i soldi per poterlo fare.

Il problema delle pensioni in Italia è legato al rapido invecchiamento della popolazione e al crollo della natalità. In sostanza è una questione demografica che mina alla base qualsiasi ipotesi di riforma pensioni. Se mancano i lavoratori, chi contribuisce a pagare le rendite pubbliche?

Il ritorno della Fornero

Inutile girarci intorno.

Il governo Draghi aveva già tracciato la strada due anni fa per un ritorno graduale e integrale alle regole Fornero. Cioè in pensione a 67 anni o con 41-42 anni e 10 mesi di contributi. Pena l’impossibilità di sostenere il bilancio statale, già gravato da un pesante debito pubblico.

E così, fra una promessa di riforma pensioni e l’altra si torna alla Fornero dal 2023. Quota 103 è solo uno specchietto per le allodole, non servirà ad ammortizzare lo scalone con la fine di Quota 102. Tant’è che le stime di uscita anticipata per il 2023 a 62 anni con 41 di contributi parlano di poche migliaia di lavoratori. Così come è stato per Quota 102.

Anche su Opzione Donna si sta spingendo verso un rinnovo con restrizioni tali da rendere difficile l’uscita dal prossimo anno. L’età dovrebbe salire a 60 anni (resterebbe a 58-59 anni per chi ha figli) ma a condizione che ci si trovi in condizioni di disagio sociale. Anche Ape Sociale sarà prorogata, ma senza le tanto attese modifiche per allargare la platea dei lavoratori gravosi che potrebbero beneficiare dell’uscita a 63 anni.

Le (poche) vie per la pensione anticipata

Chi potrà quindi andare in pensione anticipata nel 2023? I più fortunati saranno i lavoratori dipendenti del settore privato di medie e grandi imprese. Per costoro resta valida ancora per un anno la possibilità di usufruire dello scivolo pensionistico fino a 5 anni previsto dai contratti di espansione.

Per tutti gli altri resterà Opzione Donna in versione ristretta e Ape Sociale a partire da 63 anni di età con almeno 30 di contributi versati, ma solo a determinate condizioni di disagio sociale. Resta infine Quota 41 riservata ai lavoratori precoci che possono contare su almeno 41 anni di lavoro alle spalle.

Inutile dire che le regole Fornero torneranno quindi in pieno per tutti i lavoratori che non potranno beneficiare delle uscite anticipate di cui sopra. 67 anni di età è quindi il traguardo che tornerà a interessare quasi tutti i lavoratori.