In arrivo nuova fasce di rivalutazione delle pensioni per il biennio 2023-2024. Come anticipato da InvestireOggi.it lo scorso mese di ottobre, il governo aveva allo studio una riforma della perequazione automatica.

Del resto, rivalutare pienamente tutte le pensioni del 7,3% dal prossimo anno costerebbe troppo e non andrebbe nel senso di garantire equità sociale riducendo il divario fra chi prende di più e chi prende di meno. Così dal 1 gennaio 2023 le pensioni saranno indicizzate all’inflazione in base a nuovi scaglioni.

Nuove fasce di rivalutazione delle pensioni

Attualmente la legge prevede che le pensioni siano rivalutate al 100% solo fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo. Invece, da 4 a 5 volte la perequazione automatica non è piena e scende al 90%. Mentre sopra le 5 volte, la rivalutazione scende al 75%.

In base al nuovo schema ministeriale, dal 2023 si dovrebbe partire da sei fasce di rivalutazione così preconfezionate:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 80% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 55% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 50% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 40% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 35% oltre le 10 volte il trattamento minimo

In pratica la pensione aumenterebbe, non già del 7,3% come previsto dal decreto recentemente firmato dal ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, ma meno in relazione al maggiore importo di pensione.

Una riforma equa e sostenibile

Si tratta per il momento solo di indicazioni di massima che il Parlamento dovrà valutare e applicare con attenzione anche in base alle simulazioni di calcolo che saranno fornite dall’Inps. La strada, in ogni caso, è tracciata. Nel senso di maggiore equità e giustizia. Anche perché il contributo di solidarietà sulle pensioni di importo superiore a 100.000 euro è venduto meno lo scorso anno.

Non saranno certo contenti i pensionati d’oro e d’argento, ma il governo Meloni ha intenzione di agire nel senso della equità sociale per ridurre le diseguaglianze.

In questo senso, le pensioni minime dovrebbero essere rivalutate del 120% (600 euro al mese). Non è ancora chiaro se già dal 2023 o gradualmente entro il 2024.

Unica cosa certa è che i risparmi di spesa preventivati per le rivalutazioni delle pensioni il prossimo anno saranno utilizzati per finanziare le nuove uscite anticipate con Quota 103 e per innalzare gli importi delle pensioni minime. Quindi senza andare a stanziare ulteriori risorse finanziarie con la legge di bilancio.