Ci sono alcuni lavoratori che quando è il momento di andare in pensione, possono godere di sconti relativi ai requisiti che si accingono a centrare. E sono sconti anche importanti, che a volte riguardano l’età pensionabile e a volte la contribuzione previdenziale. Oggi rispondiamo a una serie di quesiti dei nostri lettori, e tutti con degli errori di interpretazione che andremo a risolvere. Perché proprio sugli sconti ammessi a determinati lavoratori i dubbi da fugare sono notevoli.

“Salve, non capisco perché il mio consulente mi ha detto che non posso godere del vantaggio di un anno in meno di contributi per la mia pensione di vecchiaia.

Sono una lavoratrice che ha avuto 3 figli e quindi ha diritto allo sconto di un anno. E dal momento che ho 67 anni di età e 19 di contributi la pensione mi spetterebbe giusto?”

“Buonasera, volevo capire perché non possono godere della pensione a 66 anni visto che ho 30 anni di contributi e 4 figli avuti. Dovrei godere di 12 mesi di sconto sull’età giusto? Ma al Patronato mi dicono di no.”

“Gentile redazione, volevo capire a che genere di sconto sui contributi ho diritto come invalido. So che esistono sconti da questo punto di vista che mi consentiranno di andare in pensione prima. Infatti mi sembra che posso arrivare ad avere diritto a 5 anni di sconto sui contributi. Pertanto, visto che da 10 anni non lavoro più, perché appunto sono risultato invalido, l’anno venturo con 67 anni di età e 15 anni di contributi possono andare in pensione?”

Mamma lavoratrice? Ecco perché la pensione può arrivare 12 mesi prima

Sconti sui contributi, o sull’età pensionabile sono davvero all’ordine del giorno nel sistema pensioni nostrano. Perché a determinate categorie di contribuenti si applicano quelle che si chiamano maggiorazioni contributive. Ma a volte valgono anche sull’età pensionabile. Perché grazie ad alcune maggiorazioni si può uscire prima dal lavoro.

Per esempio le madri lavoratrici, possono godere di uno sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto fino a massimo 12 mesi, sull’età di uscita per la pensione di vecchiaia. In pratica chi ha avuto 3 o più figli può anticipare la pensione a 66 anni. Chi ha avuto solo due figli anticiperà a 66 anni e 4 mesi e chi ha avuto solo un figlio anticiperà a 66 anni ed 8 mesi. Ma ad una condizione che ostacola per esempio alcune nostre lettrici dei quesiti sopra citati. Perché serve essere dentro il sistema contributivo o aver optato per il computo nella Gestione Separata INPS.

In altri termini lo sconto non riguarda quanti hanno il primo contributo versato antecedente il 1996. Inoltre non si può optare per godere di questo vantaggio sulla carriera contributiva necessaria essendo una maggiorazione che vale sull’età di uscita dal mondo del lavoro. Servono per le pensioni di vecchiaia sempre e comunque almeno 20 anni di contributi versati.

Bonus contributivi invalidi, ecco come funziona e cosa c’è da sapere

A decorrere dall’anno 2002, l’articolo 80, comma 3, della legge n° 388 del 23 dicembre 2000, ha introdotto il benefit di 2 mesi di sconto sui contributi per alcuni contribuenti. Si tratta di un bonus che, come si legge sul sito dell’INPS, riguarda i lavoratori sordomuti e gli invalidi, a prescindere dal motivo per cui hanno queste patologie. Il benefit consta di due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di servizio effettivamente prestato dopo essere stati riconosciuti invalidi.

Il bonus vale sia per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni che per i lavoratori del settore privato e perfino per i dipendenti delle cooperative. Il beneficio massimo è pari a 5 anni, naturalmente per chi da invalido ha svolto 30 anni di lavoro. Evidente che chi ha lavorato solo precedentemente alla data di riconoscimento della sua invalidità, non potrà godere di questa agevolazione.

E il nostro terzo lettore, per esempio, è uno di questi visto che da 10 anni non lavora proprio a seguito del fatto che è stato riconosciuto disabile.