La prossima manovra finanziaria del governo Meloni dovrebbe essere da 40 miliardi di euro. Una cifra “monstre”, ma che per le pensioni non lascerà in campo che il suo 10%. Infatti il classico pacchetto previdenziale della legge di Bilancio eroderà 4 dei 40 miliardo a bilancio. E dentro il contenitore di novità per le pensioni, oltre alle nuove proroghe di quota 103, dell’Ape sociale e della opzione donna (ammesso che si chiamerà ancora così), anche le rivalutazioni 2024 di gennaio e i conguagli per la differenza di perequazione 2023.

Aumenteranno gli assegni quindi, ma non saranno in linea con la vecchia promessa fatta dal compianto Silvio Berlusconi e dalla sua Forza Italia. Naturalmente facciamo riferimento alle pensioni minime a 1.000 euro. Da quando si arriverà a questo importo? La domanda è di quelle che molti già pensionati si pongono, soprattutto chi prende una pensione integrata al trattamento minimo perché altrimenti troppo bassa.

“Salve, sono Filippo, pensionato di 70 anni con una pensione di 550 euro al mese. Volevo capire a che punto siamo con il grande progetto delle pensioni minime a 1.000 euro. Tempo fa se ne parlava insistentemente, adesso di meno. Ma se a gennaio le pensioni saliranno, ci sono possibilità che ci si avvicini a quella cifra promessa da Forza Italia?”

Pensioni minime a 1.000 euro, da quando? ecco le ultime dalla legge di Bilancio

Tra le novità che riguarderanno le pensioni 2024 ci sono senza dubbio gli aumenti di importo. Perché oltre a varare nuove misure o a prorogare quelle esistenti, per evitare il ritorno pieno alla riforma Fornero, il governo ha da limare gli importi degli assegni previdenziali E parliamo di chi è già in pensione. Ci sono ancora troppi pensionati che prendono assegni previdenziali troppo bassi, vicini alla soglia della povertà. Pensioni minime a cui poco servono le integrazioni, le maggiorazioni e gli aumenti per l’indicizzazione al tasso di inflazione.

Mettere mano alla pensione minima, aumentando gli importi è un provvedimento “bandiera” di Forza Italia. Infatti durante la campagna elettorale delle ultime politiche, proprio Forza Italia promise di portare le pensioni minime a 1.000 euro. Un progetto che non prese vita nel 2023 e che probabilmente non avrà i natali nemmeno nel 2024. Nonostante anche noti esponenti di Forza Italia ancora oggi lo richiamano, il provvedimento dovrebbe essere lavorato per gli anni futuri. Poche le speranze che si arrivi in porto in tempi brevi. E quanti pensavano a 1.000 euro come importo minimo della pensione, semplicemente perché credevano che al povero Silvio Berlusconi ed ai suoi “azzurri” riuscisse la stessa operazione del vecchio incremento al milione di vecchie lire, devono mettersi l’animo in pace.

Prima di arrivare a mille euro, ecco passare a 600 e forse 700 euro

Il fatto che fu proprio Forza Italia anni fa, con un governo Berlusconi, ad introdurre il famoso incremento al milione, lasciava ben sperare sul fatto che anche l’incremento a mille euro divenisse realtà. A gennaio 2024 nulla di tutto questo, e sulle pensioni solo l’aumento dovuto al tasso di inflazione che si ripete ogni anno, insieme ai conguagli per l’aumento 2023 basato sa tasso previsionale del 7,3% quando invece poi il tasso di inflazione definitivo è stato dell’8,1%. Quindi le pensioni minime saranno più alte già dal 2024, ma non come molti vorrebbero. Le pensioni minime, cioè quelle che come importo sono integrate al minimo previsto dalla normativa vigente, per il 2023 sono state pari a 563,73 euro, mentre nel 2022 erano pari a 525,38 euro.

Aumento pensioni minime 2024, comanda l’inflazione

Per il 2024 è lecito aspettarsi un nuovo incremento dovuto al tasso di inflazione, con queste pensioni che potrebbero avvicinarsi ai 600 euro al mese o superarli di poco. Forza Italia, nonostante la scomparsa di Silvio Berlusconi continua a spingere affinché le minime vengano portate almeno a 700 euro (o ad un importo compreso nella forbice tra 650 e 670 euro).

Spostando l’obbiettivo 1.000 euro ad entro la fine della legislatura. In pratica, obbiettivo a lungo termine, alla pari del progetto di riforma del sistema e di quota 41 per tutti, anch’esso spostato all’intero arco di vita di questo esecutivo. I conti pubblici non permettono voli pindarici. Troppo oneroso sarebbe portare subito le pensioni alle cifre promesse.