La riforma pensioni 2022 potrebbe passare dall’estensione di Opzione Donna anche per gli uomini. Ma con almeno 62-63 anni di età, in modo da garantire ancora l’uscita anticipata come con quota 100, ma con meno soldi.

La proposta di quota 102 per sostituire quota 100 che scade a dicembre sarà valida solo per 12 mesi. E non è detto che sia approvata dal Parlamento. Potrebbe anche saltare all’ultimo momento se le forze politiche non trovano l’accordo.

Opzione Donna estesa a tutti

Oggetto di discussione coi sindacati sono soprattutto le pensioni anticipate.

Il governo non può più garantirle, pena il dissesto dei conti dello Stato. Serve quindi introdurre un sistema che anticipi in qualche modo il meccanismo contributivo che andrà a regime fra qualche anno.

Sul tavolo del confronto con le parti sociali c’è soprattutto l’uscita anticipata a 62-63 anni con il sistema di calcolo esclusivamente contributivo. Cosa che potrebbe comportare una penalizzazione della pensione fino al 13% rispetto al calcolo misto con pensione a 67 anni.

Il meccanismo ricalca sostanzialmente quanto già previsto per Opzione Donna e che ha riscosso un buon successo finora da parte delle lavoratrici dipendenti e autonome.

In pensione a rate a 63 anni

Un’altra possibilità è quella di concedere la pensione a rate, sul modello suggerito dal Inps. Si tratta – come dice Pasquale Tridico, presidente del Inps, di un pensionamento anticipato al raggiungimento dei 63 anni per la sola parte contributiva accumulata. Al compimento dei 67 anni, poi, sarebbe liquidata la restante parte retributiva.

Quindi, di fatto un anticipo pensionistico che consentirebbe ai lavoratori di evitare lo scalone Fornero e di uscire prima dal lavoro con una pensione ridotta, ma solo temporaneamente. Per chi ha molti contributi versati nel sistema retributivo potrebbe essere più penalizzante rispetto a chi ne ha pochi.

Tuttavia la possibilità di andare via dal lavoro verrebbe concessa senza attendere i 67 anni di età e ogni lavoratore ne valuterà l’opportunità.

 Secondo le stime Inps, la platea interessata alla pensione a rate è così prevista:

circa 50 mila nel 2022 per un costo di 453 milioni di euro;

66 mila nel 2023 per un costo di 935 milioni di euro,

87 mila nel 2024 per una spesa di 1.134 milioni.