Nuovi aumenti in arrivo sulle pensioni. Il Governo, a margine dell’approvazione della Nadef, il documento di economia e finanza aggiornato, ha intenzione di anticipare i conguagli sulle pensioni del 2023. Uno 0,8% in più per tutti, per tamponare gli effetti dell’inflazione che sta attanagliando le famiglie italiane mettendo alle corde in particolare i pensionati

L’esecutivo sta quindi lavorando a un decreto ad hoc da 3,2 miliardi di euro a supporto di una operazione che dovrebbe aiutare i pensionati a fronteggiare l’emergenza prezzi.

I rincari dei beni di prima necessità e dei prezzi energetici sta infatti mettendo a dura prova la tenuta dei bilanci familiari. Anche perché l’importo medio delle pensioni, d’altro canto, sta diminuendo di anno in anno.

In arrivo i conguagli 2023 sulle pensioni

Ma in cosa consiste esattamente questo aumento dello 0,8% sulle pensioni? Si tratta del recupero della differenza fra la rivalutazione provvisoria corrisposta a inizio anno, pari al 7,3%, e il dato definitivo del 8,1%. In gergo si chiama perequazione automatica. La differenza sarà corrisposta in un’unica soluzione a tutti i titolari di pensione, tenuto conto delle nuove fasce di rivalutazione approvate con la legge di bilancio 2023.

Generalmente i conguagli sono corrisposti a gennaio dell’anno successivo, col pagamento del primo rateo di pensione. Il governo ha però deciso di anticipare di qualche mese la misura per aiutare le persone più in difficoltà. Anche perché il rischio sarebbe quello di dover intervenire con altri bonus per sostenere i redditi più bassi in concomitanza con il nuovo rialzo dei costi energetici previsti per l’inverno.

Insomma, si anticipa di qualche mese una spesa obbligata e ancora non stanziata a bilancio. Anche perché, in questo modo la misura non rientrerà nei conteggi della nuova manovra finanziaria, ma avverrà per decreto entro il 2023. Quindi saranno scomputate risorse che normalmente vengono inserite nella legge di bilancio annuale.

E il deficit previsto per il 2024 sarà quindi più basso rispetto alle stime.

Le nuove fasce di rivalutazione

Tecnicismi a parte, l’aumento dello 0,8% sarà retroattivo e riguarderà tutte le pensioni. Cioè la rivalutazione degli assegni partirà dal mese di gennaio 2023 per abbracciare tutto il periodo dell’anno in corso. Saranno quindi corrisposti anche gli arretrati che per una pensione di 1.200 euro al mese consiste in circa 10 euro in più al mese (120 euro all’anno).

Attenzione, però perché l’aumento non sarà uguale per tutti. Come previsto dalla legge, per quest’anno e l’anno prossimo, la rivalutazione è stata determinata sulla base di sei nuove fasce di reddito che sono:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo;
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo;
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo;
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo;
  • 32% oltre le 10 volte il trattamento minimo.

Pertanto, chi percepisce una pensione fino a 2.100 euro al mese percepirà l’aumento in misura piena. Chi invece supera tale soglia, subirà una riduzione percentuale in base allo schema riportato. La base di calcolo è quella delle pensioni del 2022, così come l’importo del trattamento minimo. Per le pensioni superiori a 5.250 euro al mese, il taglio della rivalutazione è di circa due terzi.

Riassumendo…

  • In arrivo conguagli anticipati sulle pensioni per lo 0,8% dell’importo.
  • Gli aumenti saranno retroattivi da gennaio 2023 e per tutto l’anno in corso.
  • Solo chi percepisce fino a 2.100 euro di pensione riceverà il conguaglio in misura piena.