Come ogni anno, la rivalutazione delle pensioni avviene in due tranches. La prima, in via provvisoria sulla base delle stime dell’inflazione, la seconda sulla base dei risultati definitivi certificati dal Ministero dell’Economia (Mef) in primavera. In gergo si chiama perequazione automatica delle pensioni e comporta un innalzamento del valore degli assegni.

I pagamenti scattano in entrambi i casi a gennaio. Così per il 2023 è stato per milioni di pensionati che si sono visti aumentare le pensioni del 7,3%. E ora attendono un altro 0,8% di conguaglio a compensazione del dato definitivo dell’inflazione che è risultato apri al 8,1%.

E così sarà anche il prossimo anno e per quelli a venire.

Pensioni e perequazione automatica 2023

Per tutti i pensionati, quindi, a gennaio 2024 ci sarà un ulteriore incremento della pensione pari a 0,8% a valere sul 2023. Quindi saranno corrisposti anche gli arretrati a partire da gennaio. Su un assegno di 1.500 euro al mese, si tratterà di 12 euro in più che corrispondono a una cifra di 144 euro lordi per tutto l’anno.

Gli aumenti riguarderanno anche i trattamenti minimi di pensione, anche se per i beneficiari gli aumento del 2023 sono stati più alti. Oltre al 8,1% certificato dal Mef, lo Stato ha riconosciuto un ulteriore bonus pari al 1,5%, ad eccezione degli over 75 ai quali è stato dato un 6,4% in più portando le pensioni minime a sfiorare la cifra di 600 euro al mese.

I conguagli saranno corrisposti con gli arretrati col pagamento della prima tranche delle pensioni per il 2024. Il ritardo è dovuto al fatto che i fondi, come sempre avviene, sono stanziati con la manovra finanziaria di fine anno che contempla anche le rivalutazioni per il 2024.

Gli aumenti in arrivo nel 2024

In buona sostanza, quindi, i pensionati percepiranno da gennaio 2024 anche gli aumenti previsti per l’inflazione 2023 i cui dati non sono ancora noti. Notoriamente sono disponibili a fine ottobre quando l’Istat comunicherà al Mef le risultanze del carovita annuale.

Anche in questo caso si tratterà di dati provvisori che si suppone siano intorno al 6%.

Non tutti, però, godranno degli aumenti pieni. Sia per quanto riguarda i conguagli spettanti del 2023, sia per quanto concerne la perequazione automatica che sarà riconosciuta l’anno prossimo. La legge di bilancio 2023 ha infatti introdotto 6 fasce di rivalutazione delle pensioni in base al reddito: in sostanza più è alta la pensione, meno è adeguata all’inflazione.

Più nel dettaglio, l’adeguamento è pieno solo per importi fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo (circa 2.100 euro). Oltre, la percentuale scende in relazione all’aumento dell’importo di pensione secondo il seguente schema:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 32% oltre le 10 volte il trattamento minimo

Il taglio, come si può vedere, arriva fino a due terzi per gli importi superiori a circa 5.700 euro al mese. Per cui anche i conguagli spettanti a gennaio 2024 saranno parametrati a seconda dell’importo della pensione.

Riassumendo…

  • In arrivo a gennaio i conguagli relativi alla perequazione automatica 2023.
  • Le pensioni saranno in generale incrementate dello 0,8% da gennaio 2023 e saranno pagati anche gli arretrati.
  • Le pensioni minime saliranno sopra 600 euro al mese.
  • Per chi prende oltre 4 volte il trattamento minimi, gli adeguamenti saranno inferiori.