E’ finalmente stato siglato l’accordo bilaterale di reciprocità fra Italia e Albania sulle pensioni. Da oggi i lavoratori albanesi residenti in Italia e quelli italiani in Albania possono sommare i periodi assicurativi accumulati nei rispettivi Paesi per andare in pensione. Un passo importante che avvicina i due Stati dal punto di vista della sicurezza sociale e integra ulteriormente le rispettive comunità di lavoratori.

L’accordo bilaterale siglato alla Farnesina fra i ministri degli Esteri italiano Anotonio Taiani e albanese Igni Hasani è da considerarsi di importanza storica.

Va a sanare una lacuna abissale vecchia di anni e che ha creato finora non pochi problemi per i lavoratori di entrambi i Paesi per andare in pensione. Un diritto che i sindacati rivendicano da anni, ma che nessun governo è riuscito finora a far valere con un accordo istituzionale.

Italia e Albania siglato accordo sulle pensioni

Chi ha lavorato in Albania per molti anni e poi è rientrato in Italia svolgendo egualmente attività lavorative e versando contributi all’Inps ora potrà sommare i contributi validi per andare in pensione. Così, ad esempio, se un lavoratore all’età di 67 anni avesse 19 anni di contributi in Italia e 21 in Albania, avrà diritto alla pensione italiana di vecchiaia. Lo stesso vale per l’Albania in base all’accordo bilaterale di reciprocità appena firmato.

E’ stato quindi sanato un problema di non poco conto. Perché situazioni anomale, cioè dove non si ha il diritto di cumulo, ce ne sono tante e molti italiani che magari hanno lavorato una vita sia all’estero che in Italia, non possono sommare i contributi e quindi raggiungere i requisiti necessari per ottenere la pensione. Devono per forza di cose attendere di raggiungere l’età della vecchiaia per ottenere due pensioni distinte dai diversi Paesi.

Il vantaggio appena ottenuto grazie all’accordo firmato a Roma vale per gli albanesi che lavorano in Italia.

E ce ne sono più di 500 mila. I contributi versati all’Inps si potranno presto sommare a quelli presenti nelle casse previdenziali albanesi. Anche se per loro l’accesso alla pensione avviene prima che da noi.

Finalmente arriva l’accordo bilaterale

Vale la pena ricordare che i precedenti incontri fra la premier Giorgia Meloni e l’omologo albanese Edi Rama non avevano sortito nulla di nuovo a favore dei lavoratori. Eppure la strada era già stata spianata dal precedente governo Draghi che aveva spinto il Parlamento a introdurre una riforma in questo senso (emendamento Nannicini alla legge di bilancio 2022). Ma nulla era stato ratificato per questioni politiche.

Così il problema è restato in una sorta di limbo per anni e a pagare il conto sono, come sempre, sono i lavoratori di ambedue i Paesi. Gli albanesi costituiscono una delle collettività più numerose e più integrate in Italia, con una lunga storia e con un evidente contributo lavorativo e sociale. Lo stesso dicasi per gli italiani che sono sbarcati da anni in Albania con le loro imprese e i loro lavoratori.

Oggi, però, come ha spiegato il Ministro degli Esteri, l’accordo garantisce i diritti pensionistici ai lavoratori italiani in Albania e ai lavoratori albanesi in Italia. Tajani ha ricordato che

erano 15 anni che attendevamo la firma apposta oggi. Una decisione comune di Roma e Tirana che offre a tante persone sicurezza e prospettive per il futuro”.

C’era una evidente ingiustizia perché fino a ieri valevano ancora le regole previdenziali dei due rispettivi Paesi. E non aveva più alcun senso, visto il crescente interscambio di lavoratori e di interessi fra i due Stati.

Riassumendo…

  • Siglato l’accordo sulla convenzione bilaterale per le pensioni fra Italia e Albania.
  • Chi ha lavorato sia in Albania che in Italia da oggi potrà sommare i contributi per andare in pensione.
  • Sono molti i lavoratori italiani che prestano attività in Albania e viceversa nel nostro Paese.