Il limite di impignorabilità sale quindi di oltre il 40% passando da 702 a 1.000 euro. Il che mette al riparo i pensionati più fragili dall’attacco dei creditori. Ma questo, se da un lato tutela i meno abbienti, dall’altro fa sorgere grossi problemi per chi deve recuperare somme di denaro.

Sale il limite di impignorabilità, chi paga i debiti?

In Italia sono circa 200 mila i pensionati attualmente alle prese con cartelle esattoriali e procedure di recupero crediti. Migliaia di pensionati che hanno in corso pignoramenti e che, grazie all’intervento del Parlamento, adesso non pagheranno più nulla.

Si tratta più che altro di persone morose nei confronti del fisco e dell’Inps. Un numero di persone che è destinato crescere molto per effetto della crisi economica in corso. Ma anche per la ripresa dei recuperi coatti in precedenza sospesi per il Covid.

Insomma, se da un lato si sta cercando di fare del bene per i più fragili, dall’altro si sta creando un problema generale. Banche e società finanziarie che non riusciranno a recuperare gli indebiti scaricheranno i costi sui clienti. E che dire del fisco? Se l’Agenzia delle Entrate o i Comuni non riusciranno più a recuperare tasse e tributi, ci sarà un inevitabile rincaro delle imposte e della tariffe.

Va da sé che per difendere i pensionati, si colpiscono tutti gli altri. Così qualcuno pagherà anche per chi adesso si ritroverà al riparo dai pignoramenti la cui soglia limite è stata innalzata del 40%. Quando, invece, ci sono lavoratori che a fatica percepiscono 1.000 euro di stipendio al mese e non godono delle stesse tutele.

I nuovi limiti di pignoramento delle pensioni

Ma quanto è possibile pignorare sulle pensioni? Per legge è aggredibile fino a un quinto della pensione. E questa percentuale è rimasta invariata anche col decreto Aiuti bis e vale, sia per gli stipendi che per le rendite pubbliche.

Tuttavia, a differenza della busta paga, esiste un limite al di sotto del quale non si può andare a colpire. Detto limite è fissato nella misura di 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Questa soglia è ritenuta il “minimo vitale” al di sotto della quale non è possibile privare il debitore dei mezzi minimi per vivere. A oggi l’importo dell’assegno sociale è pari a 468,28 euro per cui il limite di pensione non aggredibile è 702,42 euro.

Ora, però, questo limite sale a 1.000 euro. Quindi il pensionato moroso non potrà più essere privato di somme di denaro al di sotto di tale soglia. Chi percepisce una pensione fino a 1.000 euro al mese si troverà quindi automaticamente al riparo dai creditori. Potrà solo essere pignorata la parte eccedente i 1.000 euro, ma sempre nella misura di un quinto dell’assegno pensionistico.

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