Si parla generalmente di riscatto della laurea quando ci si riferisce al periodo di studi non coperti da contribuzione. Ma il nostro ordinamento previdenziale prevede la possibilità di riscattare anche altri titoli accademici e peridi di studio che non sono solo quelli offerti dalle Università e che comunque sono validi ai fini pensionistici se regolarmente ottenuti.

Per non parlare dei titoli di studio conseguiti all’estero che permettono al lavoratore italiano di versare i relativi contributi all’Inps per agevolare l’accesso alla pensione.

Ovviamente la laurea o il titolo di studio conseguito in un altro Paese deve essere prima debitamente riconosciuto in Italia e avere valore legale. Allo scopo è bene dare un’occhiata alla convenzione di Lisbona del 1997 per capire quali sono questi titoli di studio e in che misura si possono riscattare.

Cosa si può riscattare oltre la laurea

Ma torniamo in Italia. Oltre alla laurea, è possibile riscattare altri titoli di studio riconosciuti e periodi non coperti da contribuzione per aumentare il montante contributivo e accedere prima alla pensione. Detti titoli sono:

  • Diplomi di scuola secondaria superiore:diploma di maturità, diploma tecnico, diploma professionale.
  • Diplomi universitari:diplomi di durata biennale o triennale.
  • Dottorato di ricerca:periodo di frequenza del dottorato di ricerca.
  • Master di secondo livello:solo se conseguiti presso università statali o legalmente riconosciute.
  • Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM):diplomi di Accademia di Belle Arti, Conservatorio di Musica, Istituto Superiore di Studi Musicali.

Ricordiamo che il riscatto dei periodi di studio è concesso solo se l’interessato ha conseguito il diploma finale e nella misura prevista dalla legge per la durata massima del corso di studi. Se uno studente si laurea fuori corso dopo 7 anni per conseguire il diploma accademico la cui durata prevista è di 4 anni, solo questi ultimi possono essere riscattati ai fini pensionistici.

Gli altri non sono riscattabili.

Come si riscattano i contributi dei periodi di studio

E veniamo alla modalità di riscatto dei contributi per i periodi di studio di cui sopra. Innanzitutto è bene sapere che esistono oggi due tipo di riscatto: ordinario e agevolato. Il primo si riferisce a coloro che hanno conseguito il titolo di studio nel sistema retributivo, cioè prima del 1996. Il secondo a tutti gli altri o a cavallo di tale anno. Cambia sostanzialmente il metodo di calcolo che nel primo caso è nettamente più oneroso.

Il vantaggio del riscatto, al di là dei costi, permette al lavoratore di ricostituire la propria posizione assicurativa includendo nel proprio conto contributivo anche i periodi di studio svolti, come se fossero stati lavorati. Questo vale sia ai fini del diritto sia per la misura della pensione futura. Ovviamente, con le regole che continuano a cambiare in questo senso, è sempre bene fare prima un’analisi soggettiva poiché il riscatto della laurea non è per tutti uguale. Potrebbe anche non valerne la pena.

Allo scopo è bene sapere che è possibile riscattare anche solo in parte il periodo di studi sostenendo un onere inferiore. Se, ad esempio, a un lavoratore manca un anno di contributi per andare in pensione, sarà sufficiente riscattare solo 12 mesi del periodo di studi svolto. Così come è utile sapere che la spesa è rateizzabile fino a 60 rate senza interessi e che il costo è deducibile ai fini delle imposte sul reddito.

Riassumendo…

  • Il riscatto dei periodi di studi non riguarda solo la laurea ma anche altri titoli accademici.
  • Si possono riscattare anche corsi di studio svolti all’estero.
  • Col riscatto dei periodi di studio si agevola l’accesso alla pensione, sia nel diritto che nella misura.