Il governo picchia duro sulle pensioni anticipate. In assenza di una vera e propria riforma per mancanza di risorse finanziarie, si stringe su quanto è attualmente in vigore. Facendo intravvedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto con un ulteriore allontanamento del ritorno integrale della Fornero.

Dal 2024 si potrà, quindi, andare ancora in pensione anticipata con 41 anni di contributi, ma serviranno almeno 63 anni di età. Non più 62 come previsto da Quota 103. Si parla in questo senso di Quota 104 con requisiti più stringenti rispetto alla versione precedente per quanto riguarda il calcolo della rendita e i tempi di attesa della liquidazione.

Da Quota 103 a Quota 104 quanto pesa un anno in più

La bozza di riforma inviata dal governo Meloni al Parlamento prevede in sostanza che dal prossimo anno si potrà anticipare la pensione con 41 anni di contributi solo se si hanno almeno 63 anni di età. Un cambiamento che riduce notevolmente la platea degli aventi diritto alla pensione con Quota 104.

Di fatto, questa riforma avvicina molto l’uscita anticipata a quanto già previsto dalle regole Fornero: pensione con 41-42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età. Il che costringe molti lavoratori a lavorare di più per poter uscire prima. Soprattutto coloro che non potranno andare in pensione per mancanza del requisito anagrafico nel 2024.

A essere maggiormente coinvolti sono i nati negli anni 1960-1961 che si troveranno in una situazione a metà strada fra requisiti contributivi e anagrafici necessari. Coloro, ad esempio, che al 31 dicembre 2023 avranno 41 anni di contributi e 61 di età non potranno lasciare il lavoro l’anno successivo. Dovranno aspettare per forza il 2025 quando raggiungeranno il requisito contributivo prima di quello anagrafico.

Finestre mobili più lunghe prima di andare in pensione

Lo stesso principio si può constatare andando a vedere il funzionamento delle finestre di uscita. A oggi chi esce con Quota 103 deve aspettare tre mesi dalla maturazione dei requisiti prima di vedere la pensione.

Sei mesi se si tratta di dipendente pubblico.

Con l’arrivo di Quota 104, dovrebbe cambiare anche questo meccanismo. I tempi di attesa – secondo quanto previsto nella bozza della manovra – dovrebbero allungarsi rispettivamente a sei e nove mesi. Il che comporta, nella maggior parte dei casi, il dover restare al lavoro ancora un po’ prima di beneficiare della pensione.

Di fatto si esce a 63 anni e mezzo o con 41 anni 6 mesi di contributi. Con 4 mesi in più al lavoro le donne possono già fare domanda di pensione anticipata, mentre per gli uomini ne servirebbero 16 in più.

La penalizzazione sulle pensioni anticipate

Vero che anche la pensione anticipata con le regole Fornero prevede finestre di attesa di 3 mesi nel settore privato e 6 mesi in quello pubblico, ma non vi sarebbe nessuna penalizzazione nel calcolo dell’assegno. Il governo intende, infatti, penalizzare coloro che andranno in pensione con Quota 104 riducendo il valore della quota retributiva maturata (ante 1996).

Difficile che possa passare una cosa simile in commissione bilancio alla Camera, tuttavia le indicazioni sono queste e chi si ritrova 41 anni di contributi nel 2024 avrà una parte della pensione calcolata col sistema retributivo che inciderà per circa un terzo sul totale dell’assegno.

Riassumendo…

  • Con l’arrivo di Quota 104 si andrà in pensione a 63 anni.
  • Prevista una finestra di uscita diversa e tempi di attesa fino a 9 mesi.
  • Quota 104 coincide quasi con la pensione anticipata Fornero.
  • Prevista anche una penalizzazione sulla quota pensione calcolata col sistema retributivo.