Uno scivolo pensione di tre anni per i dipendenti delle Pmi in crisi. E’ questo lo schema di decreto che sta per essere approvato dal governo per dare una mano ai lavoratori e alle piccole e medie aziende colpite dal Covid.

La misura non è una novità in quanto con la legge di bilancio 2022 sono stati stanziati i fondi a questo scopo. Si tratta di 150 milioni di euro per il 2022 e altri 200 per il 2023 e 2024. Soldi che potrebbero, però, aumentare con la prossima legge di bilancio.

In pensione tre anni prima con lo scivolo

In base allo schema di decreto si potrà andare in pensione anticipata fino a 3 anni prima rispetto ai requisiti ordinari. L’opzione è riservata solo ai dipendenti delle aziende in crisi con un numero di addetti compresi fra 15 e 250.

In altre parole il personale potrà accedere alla pensione anticipata, grazie allo scivolo, a partire da 64 anni di età se matura i requisiti pensionistici per uscire con il requisito della “vecchiaia” a 67 anni. Oppure tre anni prima rispetto ai 42 anni e 10 mesi (41 e 10 mesi per le donne) di contributi richiesti a prescindere dall’età anagrafica, ma con almeno 62 anni di età compiuti.

Per quanto riguarda la misura, l’indennità sarà riconosciuta al 90% del trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Detto importo sarà al netto della Naspi che spetterà per il periodo di competenza.

Requisiti per i datori di lavoro

Per poter ottenere l’anticipo pensionistico è necessario che l’azienda versi in stato di crisi e che i lavoratori firmino l’accordo coi sindacati per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Lo stato di crisi dovrà essere verificato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Inps.

Altro requisito riguarda le dimensioni dell’azienda che deve avere tra i 15 e 250 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro.

Indispensabile dimostrare di aver subito una perdita media nei 12 mesi precedenti la richiesta di almeno il 30% dei guadagni rispetto al 2019, anno dello scoppio della pandemia.

La domanda deve essere presentata dall’azienda all’Inps almeno 90 giorni prima della data di risoluzione del rapporto dei lavoratori interessati. L’Inps esaminerà le domande in ordine cronologico poiché l’indennità sarà riconosciuta solo fino ad esaurimento fondi. Quindi non sarà per tutti.

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