La carriera lavorativa prima del 1996 è un fattore assolutamente determinante per il calcolo della pensione e pure per il diritto alla pensione. Se qualcuno considerava la data del 1° gennaio 1996 importante solo per il calcolo della pensione, è fuori pista. Perché cambia molto tra chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 e chi lo ha fatto dopo. E cambia anche dal punto di vista delle misure di pensionamento.

La riforma delle pensioni del 1996, che prende il nome di Lamberto Dini, ha diviso la platea dei lavoratori in contributivi puri e non.

I primi sono quelli la cui carriera ed i versamenti, sono partiti dal 1996. E in genere si tende a considerare questi soggetti dei penalizzati dalle regole. Perché il calcolo della pensione è meno vantaggioso di quello retributivo e perché alcune misure sono poco fruibili perché prevedono requisiti aggiuntivi rispetto agli altri. Ma ci sono anche vantaggi per i contributivi puri. E adesso vedremo quali sono.

“Volevo chiedere ai vostri esperti cosa cambia per la mia pensione, visto che ho iniziato a lavorare dopo il 1996. Sento dire che sono penalizzato da questo fatto, ma volevo da parte vostra un quadro dettagliato di ciò che significa contributivo puro dal punto di vista delle pensioni. Perché ho compiuto ieri 63 anni di età e ho 24 anni di contributi versati. Volevo sapere se ci sono dei vantaggi e non soltanto degli svantaggi per il mio essere un lavoratore contributivo e basta.”

Calcolo della pensione, come funziona tra retributivi, misti e contributivi

Ripetiamo, la data di avvio della carriera e dei versamenti, è fondamentale sia per il diritto alla pensione che per il calcolo. Le pensioni per chi ha iniziato a versare contributi prima del 1996 e ha interrotto la carriera proprio il 31 dicembre 1995, è tutto retributivo. la pensione è calcolata interamente sulle retribuzioni medie percepite negli ultimi anni di carriera. Chi ha iniziato prima del 1996 ed ha proseguito a lavorare dopo, ha diritto al calcolo misto.

Per i contributi versati fino al 31 dicembre 1995, il calcolo è il retributivo. Per i periodi di lavoro successivi, il calcolo è contributivo.

Se però il lavoratore ha versato 18 o più anni di contributi già al 31 dicembre 1995, il calcolo retributivo si estende fino al 2012, mentre il contributivo si riduce agli anni successivi. Per i lavoratori il cui primo versamento è successivo al 31 dicembre 1995 invece, la pensione è tutta contributiva. E notoriamente la pensione calcolata con il metodo contributivo e quindi sul montante dei contributi versati, è meno ricca di quella calcolata con il metodo retributivo.

Pensioni contributive, anche la semplice pensione di vecchiaia ha dei limiti

La legge numero 335 dell’8 agosto 1995, meglio conosciuta come riforma Dini, ha introdotto il sistema contributivo. E per chi ha iniziato a versare solo dopo l’entrata in vigore di questa legge (dal primo gennaio 1996, ndr), la pensione di vecchiaia si centra sempre a 67 anni di età e sempre con almeno 20 anni di contributi versati. Ma allo stesso tempo serve che la prestazione sia di importo pari o superiore ad 1,5 volte l’assegno sociale. Oggi l’assegno sociale è pari a 503 euro al mese circa. Significa che per poter andare in pensione, un contributivo deve raggiungere una pensione di circa 750 euro al mese, altrimenti niente pensione di vecchiaia.

Per un retributivo o un misto invece, una pensione al di sotto di tale cifra viene comunque erogata. E tra l’altro, ai lavoratori che rientrano nel sistema misto o in quello retributivo, c’è il diritto alle maggiorazioni sociali e alle integrazioni al trattamento minimo. Per le pensioni contributive queste somme aggiuntive non si applicano.

Vantaggi dei contributivi puri, ecco la pensione anticipata contributiva

Ma per i contributivi puri esiste una misura dedicata esclusivamente a loro che permette un anticipo a 64 anni di età.

Per i misti o i retributivi una pensione a 64 anni di età con 20 anni di contributi non esiste. Per i contributivi puri invece la misura c’è. I requisiti di accesso, oltre alla già citata età e alla contribuzione, sono anche relativi all’importo della pensione. Che deve essere pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Ma resta il vantaggio in termini di uscita, perché si tratta pur sempre di 3 anni prima della pensione di vecchiaia e con la stessa identica carriera contributiva da completare.

Il vantaggio di aver iniziato a lavorare presto per i contributivi puri

Un altro vantaggio non indifferente per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 è quello della maggiorazione contributiva per i precoci. Chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni ma solo dopo il 1995, gode del vantaggio di una contribuzione figurativa aggiuntiva di 6 mesi per ogni anno di lavoro prima della maggiore età. In pratica i contributi versati, anche in frazioni di anno prima dei 18 anni, per chi è privo di versamenti al 31 dicembre 1995, vale 1,5 volte ai fini del diritto alla pensione. Questa contribuzione aggiuntiva per i contributivi precoci, non vale però per il calcolo della pensione.