Quando un lavoratore si appresta ad andare in pensione, uno degli obiettivi fondamentali è massimizzare i benefici derivanti dai contributi versati. Il calcolo della pensione è un aspetto cruciale, spesso sottovalutato. Nonostante l’obiettivo primario sia il pensionamento stesso, è essenziale ottimizzare quanto possibile la propria situazione contributiva. In alcuni casi, nonostante contributi identici per quantità e importo, due lavoratori possono ricevere pensioni significativamente diverse, con uno che potrebbe percepire fino a 1.000 euro in meno rispetto al collega.

Regole di calcolo della pensione

Oggi esaminiamo le regole di calcolo delle pensioni, focalizzandoci su chi ha accumulato almeno 41 anni di contributi.

Le regole sono relativamente semplici da comprendere, ma possono portare a risultati sorprendentemente illogici. Dimostreremo, attraverso esempi concreti, come due lavoratori nelle medesime condizioni possano ottenere prestazioni nettamente diverse a causa di particolari tecnicismi.

Pensioni anticipate, ecco come monetizzare al massimo la pensione senza perdere oltre 1.000 euro

Due lavoratori con la stessa carriera contributiva, età e montante contributivo dovrebbero ricevere, in teoria, la stessa pensione. Questo avviene generalmente con le pensioni di vecchiaia ordinarie. Tuttavia, per le pensioni anticipate, come quelle accessibili dopo 42,10 anni di contributi, o per chi mira a ritirarsi con 41 anni di contributi sotto specifiche misure come quota 41 per i precoci o quota 103, l’importo della pensione può variare significativamente a seconda di diversi fattori.

Calcolo della pensione, contributivo e calcolo misto: differenze e confronto

Dal 1° gennaio, la quota 103 è considerata una prestazione contributiva, il che significa che la pensione viene calcolata esclusivamente su base contributiva. Chi, secondo le regole precedenti, avrebbe avuto diritto a un calcolo misto, perderà il beneficio del sistema retributivo per i periodi di lavoro precedenti al 31 dicembre 2011. Questo svantaggio si accentua per coloro che hanno accumulato 18 o più anni di contributi già al 31 dicembre 1995. Al contrario, la quota 41 per i precoci prevede un calcolo misto, evidenziando differenze significative nelle pensioni tra chi può e chi non può sfruttare questa opzione.

Ecco alcuni esempi con pensioni nettamente differenti anche a condizioni identiche o quasi

Consideriamo due lavoratori che vogliono andare in pensione a 62 anni quando nel settembre 2024 li compiranno, entrambi con 41 anni di contributi versati, lavoratori edili, e un montante contributivo di 400.000 euro. La sola differenza è che uno ha versato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni, acquisendo così lo status di “precoce”. Questa distinzione permette al primo di pensionarsi con quota 41, mentre il secondo, non avendo tale status, deve aderire alla quota 103. La differenza nei calcoli contributivi e misti può portare a una differenza di circa 528 euro mensili nelle loro pensioni.

Come funziona il calcolo della pensione e cosa perde chi finisce nel calcolo sbagliato

Il calcolo della pensione può determinare significative discrepanze economiche tra lavoratori altrimenti identici, a seconda del tipo di pensionamento previsto. Con un calcolo misto, chi ha una lunga carriera contributiva in epoca retributiva può ricevere una pensione fino al 35% più elevata. Inoltre, le restrizioni lavorative dopo il pensionamento e le finestre di attesa per il primo accredito possono ulteriormente complicare la situazione per chi è soggetto alla quota 103, rispetto a chi esce con la quota 41 per i precoci, per cui tali limitazioni non si applicano.