La pensione anticipata nel 2024 sarà più difficile da raggiungere. Il percorso disegnato dalla Manovra di bilancio con la riforma e contestuale estensione di Quota 103 rende la via d’uscita più stretta. Ma allo stesso tempo apre la possibilità ai lavoratori di sfruttare al meglio altre opzioni più vantaggiose.

Lasciare il lavoro con 41 anni di contributi a 62 anni di età è sempre più penalizzante. Ma a 63 o 64, ad esempio, sarà più vantaggioso. Ovviamente questo comporterà dover sopportare un periodo di lavoro supplementare, ma non troppo lungo.

Con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) si andrà in pensione anticipata con le regole Fornero. Ma vediamo bene come stanno le cose.

Quota 103 nel 2024, ma in pensione anticipata nel 2025

Come noto, la nuova versione di Quota 103 prevista per il prossimo anno prevede, a parità di requisiti rispetto al 2023, il ricalcolo interamente contributivo della pensione anticipata. Il che comporta una penalizzazione che potrebbe arrivare anche al 15-16% dell’importo dell’assegno previsto oggi con il calcolo misto. Viene quindi introdotto un meccanismo di calcolo uguale a quello applicato per Opzione Donna.

Allo stesso tempo, però, sarà data la possibilità ai lavoratori dipendenti pubblici e privati di sfruttare l’incentivo economico (ex bonus Maroni) che premia coloro che, pur avendo maturato il diritto a Quota 103, rinunciano alla pensione anticipata. Questo incentivo equivale alla parte contributiva a carico del lavoratore (9,19% dell’imponibile previdenziale) che sarà girata direttamente in busta paga dal datore. Quindi, se si rinuncia alla pensione lo stipendio aumenta.

Vero che la pensione futura sarà leggermente più magra da questo momento in poi, ma si tratta di decrementi irrisori che sarebbero comunque compensati da un calcolo della pensione più favorevole qualche mese più tardi. Il coefficiente di trasformazione sarà infatti più alto a 63 o 64 anni, ad esempio, che a 62 per cui l’impatto economico, alla fine dei conti, sarà neutro.

Come approfittare di Quota 103

Ma torniamo al discorso iniziale e cerchiamo di capire come fare per evitare la trappola di Quota 103 sfruttandone le alternative. Abbiamo visto che dal prossimo anno andare in pensione anticipata a 62 anni di età sarà penalizzante. In particolar modo per chi raggiungerà i 41 anni di contributi nel corso dell’anno. Cosa fare allora per evitare di rimetterci?

La soluzione ideale per chi è lavoratore dipendente sarebbe quella di restare al lavoro il tempo necessario per raggiungere i 41-42 anni e 10 mesi di contributi e sfruttare l’incentivo economico offerto dalla legge. Si lavorerebbe quindi ancora 10 o 22 mesi, ma con uno stipendio più alto, fino al raggiungimento dell’anzianità contributiva per andare in pensione anticipata con le regole Fornero.

Uno sforzo lavorativo, dunque, che sarebbe premiato anche con un incentivo economico e che allo stesso tempo impedirebbe al lavoratore di rimetterci accettando Quota 103. A maggior ragione se l’assegno atteso supera i 2.272 euro mensili (soglia massima erogabile). Questo vincolo cadrà solo al compimento del requisito previsto per la pensione di vecchiaia a 67 anni di età.

Così come per i tempi di attesa della pensione anticipata con Quota 103 che dal 2024 si allungheranno a 7 mesi (finestra) per i lavoratori del settore privato e a 9 mesi per quelli del settore statale. Mentre resteranno di 3 mesi e 6 mesi rispettivamente con l’uscita prevista con 41-42 anni di contributi indipendentemente dall’età.

Riassumendo…

  • Andare in pensione con Quota 103 non converrà più dal 2024.
  • La pensione sarà calcolata solo col sistema contributivo, più penalizzante rispetto a quello misto.
  • E’ possibile sfruttare il bonus economico rinunciando a Quota 103 e ottenere poi una pensione più alta.