Si parla spesso di pensioni al estero, di paradisi fiscali, di posti dove vivere serenamente senza l’incubo di un fisco cieco e opprimente. Molti Paesi, anche europei, offrono bonus, sconti e franchigie ai pensionati italiani che si trasferiscono.

La domanda che però tutti si pongono è se la scelta di lasciare l’Italia per andare a vivere in un altro Paese a fiscalità agevolata è davvero quella giusta. Sono infatti tante i fattori che incidono su questa decisione. Vediamoli.

Pensione al estero, conviene veramente?

Volendo fare dei calcoli a tavolino, bisogna vedere realmente se costi e benefici valgono la scelta di abbandonare l’Italia per andare a vivere in Tunisia, Portogallo o Grecia.

Qui le tasse sulle pensioni vanno dal 5 al 10%.

Facciamo un esempio pratico. Un pensionato che percepisce una pensione media di 25 mila euro all’anno paga in Italia tasse per 5.200 euro circa. Il 20,8% del totale lordo. In Portogallo pagherebbe circa la metà, con un risparmio di 2.600 euro (216 euro al mese). In Tunisia solo un quarto con un risparmio di 3.900 euro (325 euro al mese).

Cifre che lette così non alimenterebbero dubbi sulla decisione di lasciare il Bel Paese per altri lidi dove anche il costo della vita è più basso. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?

Le ragioni di una scelta

Assolutamente no. In primo luogo perché quello che si risparmia da una parte col fisco, poi lo si andrà a spendere dall’altra per trovare una nuova sistemazione all’estero. Bisogna infatti mettere in conto costi che in Italia un pensionato non sosterrebbe: pratiche burocratiche, biglietti aerei, costi di trasferimento, assicurazioni sanitarie, ecc.

Ci sono poi altri fattori su cui bisogna riflettere attentamente. La lingua, usi e costumi differenti, la cucina, il clima, la lontananza ai propri affetti familiari. Cose che, raggiunta la veneranda età della pensione, sono difficili da sopportare.

Adattarsi, quindi, a una nuova realtà, benché più vantaggiosa fiscalmente per i pensionati, implica parecchie rinunce e un salto nel buoi che in molti casi genera stress e fatica di adattamento. Col risultato (ma questo non viene raccontato) che tanti pensionati, dopo una breve esperienza, tornano alla madre patria.