Buone seppur magre notizie per le pensioni. A marzo i beneficiari si vedranno accreditare sul cedolino mensile una piccola maggiorazione rispetto ai mesi precedenti.

Si tratta dei conguagli relativi all’aumento della perequazione automatica del 2020. L’aumento era stato dello 0,4% lo scorso anno, poi corretto a 0,5% sulle risultanze definitive dell’inflazione certificate dall’Istat poco tempo fa.

Pensioni, aumento dello 0,1% a marzo

Pertanto l’Inps procederà all’adeguamento delle pensioni 2020 corrispondendo lo 0,1% di differenza sulle somme percepite lo scorso anno.

Poca roba si sa. E per il 2021 le cose andranno anche peggio per le pensioni, visto che l’inflazione programmata è negativa dello 0,3% per cui gli assegni non aumenteranno neanche di un centesimo.

A certificarlo è anche l’Inps con circolare numero 148 del 18 dicembre 2020. Nel documento si rammenta che la rivalutazione viene attribuita sulla base del cosiddetto cumulo perequativo, considerando come unico trattamento tutte le pensioni di cui il soggetto è titolare.

Rivalutazioni 2021 ferme, nessun aumento

Nella circolare, l’Inps fa riferimento al provvedimento del Mef pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 292 del 24 novembre 2020 che recita testualmente che:

la variazione percentuale verificatasi negli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, senza  tabacchi,  tra il periodo gennaio-dicembre 2019 ed il periodo gennaio-dicembre  2020 e’ risultata pari a – 0,3 ipotizzando, in via provvisoria, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020 una variazione dell’indice  pari rispettivamente a + 0,1; 0,0 e + 0,2.

Pertanto, la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2020 è determinata in misura pari allo 0,01%. Salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.

I nuovi importi e gli aumenti 2021

L’Inps per il 2021 ha anche ricalcolato gli importi delle pensioni minime e sociali, dei vitalizi, degli assegni sociali e dei trattamenti per i lavoratori socialmente utili. Di seguito i nuovi importi per il 2021:

  • assegno sociale: 460,28 euro;
  • pensione sociale: 379,33 euro;
  • trattamento minimo: 515,58 euro;
  • pensione di inabilità: 287,09 euro;
  • indennità di accompagnamento: 522,10 euro.

La rivalutazione delle pensioni

Non tutte le pensioni sono rivalutate allo stesso modo.

Secondo la legge, solo i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo sono rivalutati pienamente. Tale valore equivale a 26.810,16 euro annui essendo il trattamento minimo mensile pari a 515,58 euro. mentre per gli assegni più alti la rivalutazione avviene secondo le seguenti percentuali:

  • 77% fra quattro e cinque volte il minimo;
  • 52% fra cinque e sei volte il minimo;
  • 47% fra sei e sette volte il minimo;
  • 45% fino a 4.566 euro (nove volte il minimo);
  • 40% per trattamenti d’importo superiore.

Vittime del terrorismo

Saranno, invece, rivalutate le pensioni in favore delle vittime del terrorismo. Nel 2021 ai trattamenti diretti dei pensionati vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, dei loro superstiti, nonché dei familiari di cui all’articolo 3 della citata legge n. 206 del 2004 sarà riconosciuta una rivalutazione pari al:

1,25% per le prestazioni sino a tre volte il minimo (sino a 1.546,74 euro al mese),

1,125% se comprese tra le tre e le cinque volte il minimo (da 1.546,74 a 2.577,9 euro al mese)

0,9375% le pensioni di importo superiore a cinque volte il minimo (sopra i 2.577,9 euro al mese).