La legge di bilancio introduce modifiche sostanziali alle pensioni anticipate dal prossimo anno. Come abbiamo visto, Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna subiranno dei cambiamenti anche profondi e che, in buona sostanza, ne limitano sempre di più l’accesso. Uscire prima dei 67 anni dal lavoro sarà quindi un’impresa per tutti e sempre meno lavoratori potranno approfittarne.

Il governo ha, infatti, deciso di dare un altro colpo di spugna alle pensioni anticipate per tagliare sulla spesa previdenziale. Al punto che il ritorno alla Fornero, come si dice spesso, è ormai già scontato.

Anche se in teoria restano attive ancora delle deroghe per evitarla. Ma è solo uno specchietto per le allodole, perché di fatto siamo già arrivati a un punto di svolta: Ape Sociale e Opzione Donna sono riservate solo a lavoratori in difficoltà, mentre Quota 103 non conviene più.

Pensioni 2024: tagli agli assegni dei dipendenti pubblici

Ma non è solo questo il punto nodale. L’art. 33 della legge di bilancio prevede anche dei tagli al sistema di calcolo delle pensioni degli statali che versavano in precedenti casse pubbliche poi assorbite dall’Inpdap e successivamente dall’Inps. Alcune categorie di dipendenti pubblici, fra cui anche i medici e il personale sanitario dal 2024 subiranno tagli alle pensioni se decideranno di uscire in anticipo dal lavoro.

Più esattamente i tagli riguarderanno coloro che in passato hanno versato contributi nella Cpdel (cassa per le pensioni degli enti locali), nella Cps (cassa per le pensioni dei sanitari), nella Cpi (cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate) e Cpug (cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari).

La legge di Bilancio 2024 prevede, in sostanza, che coloro che hanno versato contributi in queste casse pensionistiche e hanno un’anzianità contributiva inferiore ai 15 anni prima del 1996 subiscano delle riduzioni della pensione. Per effetto dell’aggiornamento delle aliquote di rendimento (ferme al 1965), l’assegno sarà ricalcolato in modo più svantaggioso.

Medici e infermieri in pensione con Quota 46

Una riforma, quella dell’art. 33 della legge di bilancio, che tutela solo i lavoratori pubblici che andranno in pensione a 67 anni (medici di base in pensione a 68 anni di età) o a seguito di collocamento a riposo. Per costoro non ci sarà alcuna penalizzazione dal 2024. Di fatto, viene salvaguardato il diritto acquisito solo per le pensioni ordinarie, mentre cambia tutto per le uscite anticipate.

Secondo Franceso Boccia, presidente dei senatori del PD, l’art. 33 sarebbe da stralciare per evitare la fuga del personale sanitario dagli ospedali. “Se Salvini voleva Quota 41, con questa manovra siamo oltre le quote, da Quota 46 e oltre. In ogni caso va ben oltre i limiti della legge Fornero”.

Per il Governo, invece, la revisione delle aliquote di rendimento riflette la necessità di rendere più equo e sostenibile il sistema pensionistico. Le vecchie aliquote di calcolo della pensione retributiva, infatti, non contemplano la giusta copertura contributiva necessaria per sostenere nel tempo il pagamento delle pensioni. In altre parole, in passato sono stati versati contributi insufficienti a fronte di un sistema di calcolo fin troppo generoso.

Riassumendo…

  • Con la riforma del calcolo delle pensioni degli statali, ci sarà una penalizzazione delle pensioni a partire dal 2024.
  • Per Franceso Boccia (PD) l’art. 33 della legge di bilancio andrebbe stralciato per evitare una fuga del personale sanitario dagli ospedali.
  • La riforma pensioni 2024 prevede sostanzialmente restrizioni generali per tutte le forme di pensione anticipata.