Con la manovra finanziaria del governo un’autentica rivoluzione si è abbattuta sul sistema previdenziale italiano e sulle possibilità che i lavoratori avranno di poter andare in pensione prima dell’età di vecchiaia nel 2024. Ormai con la riforma approvata e in attesa di alcuni correttivi con gli emendamenti, tre nuove misure troveranno i lavoratori per andare in pensione.

Infatti nonostante le voci che circolavano alla vigilia della manovra, le misure che dovevano scadere il 31 dicembre 2023 di fatto vengono chiuse. Nessuna proroga, nel senso stretto della parola, hanno ricevuto quindi l’Ape sociale, Opzione donna e anche la quota 103.

Alcune modifiche sono arrivate e adesso le analizzeremo tutte rispondendo non a un quesito di un lettore ma a tanti quesiti che ci arrivano e che ci chiedono spiegazioni sulle novità appena introdotte.

C’è chi ci chiede semplicemente se come lavoro gravoso si potrà andare ancora in pensione come con l’Ape sociale nel 2023. Altri invece ci chiedono che genere di vantaggio offre la quota 104 che di fatto prende il posto della quota 103. Tutti dubbi e domande lecite, perché ogni novità, quando viene introdotta, ne produce a dismisura. Figuriamoci oggi che di fatto le novità sono tre.

Pensioni 2024, la guida alla novità introdotte dal governo, con le uscite a 63 anni ma differenziate

In pratica nel 2024 alcuni lavoratori, in base alla categoria di appartenenza, potranno andare in pensione a 63 anni di età. Perché non tutti i lavoratori vengono trattati in egual modo e da categoria a categoria molto cambia. In effetti le misure che consentiranno il pensionamento a 63 anni di età sono tre.

Le donne potranno uscire dal lavoro a 63 anni di età con 35 anni di contributi versati con la misura che prende il posto di Opzione donna. I disoccupati, gli invalidi, i cargiver e i lavoratori alle prese con mansioni gravose invece potranno uscire sempre a 63 anni di età ma con 36 anni di contributi versati.

Tutti gli altri che non rientrano nelle prime due misure, potranno andare in pensione con 63 anni di età e con 41 anni di contributi versati.

La pensione per chi ha problemi lavorativi, familiari o di salute, si parte ancora dai 63 anni di età

Partiamo dalla pensione a 63 anni di età per chi ha problematiche di natura lavorativa, fisica o individuale e cioè con il perimetro di applicazione che fino al 2023 sarà dell’Ape sociale. La nuova misura dovrebbe consentire l’uscita a tutti con 36 anni di contributi versati. Sparisce quindi la distinzione che è esistita fino a oggi per l’Ape sociale.

Difatti, i disoccupati gli invalidi e i caregiver rispetto ai lavori gravosi potevano lasciare il lavoro con l’Ape sociale una volta maturati 30 anni di contributi versati. Con la nuova misura invece si passa a 36 anni per tutti. Cioè con la stessa carriera contributiva che riguardava il lavoro gravoso dell’Ape sociale, adesso riguarderà pure le altre tre categorie di possibili beneficiari del nuovo strumento. Adesso però occorrerà capire se la struttura della nuova misura sarà la medesima dell’Ape sociale o sarà completamente diversa.

Anche per il nuovo strumento pensioni 2024 a 63 anni valgono le limitazioni dell’Ape sociale?

L’Ape sociale è una misura abbastanza particolare perché è provvisoria e non definitiva. Infatti accompagna il lavoratore ai 67 anni di età della pensione di vecchiaia ordinaria. Sarà la stessa cosa anche con la nuova misura? Oltretutto l’Ape sociale è una misura che non prevede maggiorazioni, tredicesima, indicizzazione al tasso di inflazione e non è reversibile a causa di decesso dell’assicurato.

Non è ancora chiaro se la linea di questa nuova pensione a 63 anni sarà la medesima dello strumento precedente. Infine, bisognerà capire se anche questa misura avrà come tetto massimo di importo quello che valeva anche per l’Ape sociale.

Perché l’Anticipo Pensionistico Sociale non può superare 1.500 euro di importo.

Stop Opzione donna, dentro la pensione per tutte a 63 anni, ecco i dubbi dei lettori

Per quanto riguarda Opzione donna, anche se ormai è praticamente vietato chiamarla ancora così, i dubbi sono altrettanto forti. L’unica certezza è che la misura non esisterà più. Il Governo ha deciso di sostituirla con una pensione a partire dai 63 anni di età con 35 anni di contribuzione versata. Tutte le voci che parlavano di una nuova Ape rosa per le lavoratrici sono state confermate con la legge di bilancio.

In effetti, la nuova misura che prevede l’uscita delle lavoratrici a partire dai 63 anni di età con 35 anni di contributi versati è una specie di Ape sociale. Ma le uniche destinatarie sono le lavoratrici. A differenza dell’Opzione donna, adesso in pensione con i requisiti prima citati possono andarci tutte.

Calcolo contributivo o no per le nuove pensioni 2024?

Ma la misura avrà gli stessi vincoli della misura di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, ovvero della nuova versione di Ape sociale? Il dubbio resta. Come resta il dubbio sul ricalcolo contributivo della prestazione. Se la nuova misura prende il posto di Opzione donna, avrà nel ricalcolo contributivo l’unica via? Un altro dubbio è quello relativo ai requisiti. Le lavoratrici devono completarli nell’anno di uscita o al 31 dicembre dell’anno precedente. Perché Opzione donna funzionava proprio così. Ci saranno ancora le finestre di 12 mesi per la decorrenza del trattamento? Altra domanda che solo il varo effettivo della misura chiarirà.

La quota 104, sicuri di aver capito tutto?

Un’analisi diversa è quella che tocca invece per la quota 103. Infatti la misura sembra non sia stata cessata del tutto come invece succederà all’Ape sociale e a Opzione donna. Quota 103 pare resterà in vigore anche nel 2024, solo che sarà corretta in modo tale che sia meno favorevole ai lavoratori. Perché c’è da lanciare in “pompa magna” la nuova quota 104.

Penalizzando la quota 103 sugli importi delle pensioni il Governo pensa di persuadere molti a rimandare di un anno l’uscita. E se non bastasse la penalizzazione di assegno, ecco che a chi rimane un altro anno al lavoro si offre un bonus contributivo sullo stipendio.

Ci saranno similitudini tra la quota 103 e la quota 104?

Ma la quota 104 somiglierà alla quota 103? La domanda che molti si pongono è sulle limitazioni che la quota 103 oggi ha nella sua struttura. Bisogna capire se anche per la quota 104 ci sarà il divieto di cumulo dei redditi da lavoro con i redditi da pensione. Perché la quota 103 consente di arrotondare ciò che il lavoratore prende di pensione, solo con il lavoro autonomo occasionale. E solo fino a massimo 5.000 euro di reddito ulteriore.

Poi bisognerà capire se anche la quota 104 avrà il tetto massimo di pensione pari a 5 volte il trattamento minimo INPS. E, ancora, ci sarà da capire se resteranno valide le finestre di 3 mesi nel settore privato e di 12 mesi nel settore pubblico.