Ma questa benedetta Riforma Pensioni si fa, o facendo il verso a Don Abbondio “questa riforma non s’ha da fare”? Un dubbio amletico quello che hanno i lavoratori oggi. Ma non crediamo sia un dubbio anche per il Governo, che sembra aver già deciso di rimandare i discorsi riformatori all’anno venturo o ancora dopo. Perché se è vero che la quota 41 per tutti resta nell’agenda del Governo, è altrettanto vero che è praticamente impossibile che nasca già nel 2024 per il tramite della nuova legge di Bilancio.

Troppo onerosa la misura per lo stato attuale delle casse statali. Ecco perché se ne riparlerà l’anno venturo, sperando in tempi migliori.

Ma va detto che nel 2024 molti lavoratori potranno comunque lasciare il lavoro proprio con 41 anni di contributi. Una misura infatti sarà sicuramente attiva l’anno venturo. Un’altra invece resta probabile come estensione di 12 mesi anche per il 2024.

“Salve, volevo sapere se avete informazioni riguardo alla pensione con quota 103 nel 2024. Non dormo la notte per l’ansia che mi dà il fatto che non è sicuro che questa misura sia confermata. Io compio 62 anni a settembre 2023, ma i 41 anni di contributi li completo a maggio 2024. E solo allora potrei sfruttare la quota 103. Secondo voi ci sono buone possibilità per me per andare in pensione il prossimo anno?”

“Mi spiegate se un lavoratore con le mie caratteristiche può accedere alla quota 41? Compio 60 anni il 23 luglio e mi troverò con 41 anni di contributi dopo i primi mesi del 2024, sempre se continuo a lavorare. Lavoro come impiegato di concetto, ma vivo con mio fratello disabile grave con legge 104. Posso sfruttare la quota 41 come caregiver?”

La quota 41 per i precoci anche nel 2024, per chi è?

Partiamo dalla quota 41 per i precoci, una misura che funzionerà certamente anche nel 2024. Non sarà la quota 41 per tutti, ma è pur sempre una misura che per qualcuno significa pensione senza limiti di età raggiungendo 41 anni di contribuzione previdenziale versata.

Qualcuno potrà goderne anche nel 2024. Si tratta delle ormai famose 4 categorie di lavoratori e contribuenti a cui la misura è dedicata praticamente da sempre.

La quota 41 è una misura di pensione anticipata riservata ai lavoratori precoci che appartengono a una determinata categoria. Per precoci si parla di soggetti la cui carriera lavorativa è iniziata prima dei 19 anni di età. E serve che almeno un anno sia stato effettivamente versato prima di aver compiuto 19 anni. Per accedere alla quota 41 come precoce, serve anche essere:

  • disoccupati che hanno esaurito l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi;
  • caregiver che assistono un familiare convivente con disabilità grave da almeno 6 mesi;
  • invalidi con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%;
  • lavoratori alle prese con le mansioni gravose.

La quota 103 anche nel 2024? Ecco perché la pensione anticipata a 62 anni potrebbe restare così

Nulla da fare per la quota 41 per tutti. Una misura questa, che renderebbe possibile il pensionamento a tutti senza limiti di età e non come oggi, che 41 anni servono solo ai precoci appartenenti alle categorie prima citate. Ma c’è un’altra misura che qualcuno considera una sottospecie di quota 41. Parliamo della quota 103. Infatti questa misura consente il pensionamento proprio a chi ha completato i 41 anni di contributi. Ma solo se hanno anche almeno 62 anni di età. Quindi, una quota 41 per over 62, che però cesserà di essere in funzione a fine 2023. La misura nata in sostituzione della quota 102 scaduta il 31 dicembre 2022, scade proprio il 31 dicembre 2023.

Senza la quota 41 per tutti, ma ancora in pensione nel 2024 con quota 103

Ma l’impossibilità a varare la quota 41 per tutti, o una qualsiasi altra nuova misura di pensionamento anticipato, dà discrete possibilità di rinnovo per la quota 103. Perché presto si tornerà a parlare di scalone.

I lavoratori che non raggiungono nel 2024 i 62 anni di età potrebbero perdere una possibilità di pensionamento che invece i sessantaduenni di oggi hanno. E per evitare discriminazioni, probabilmente si potrà arrivare nella prossima legge di Bilancio alla fumata bianca per la proroga di quota 103.

Cosa si prevede per il 2025 o 2026

Rimanesse attiva la quota 103 anche nel 2024, si aprirebbero le porte al pensionamento ai nati nel 1962. Soggetti che senza la proroga di quota 103, dovrebbero continuare a lavorare almeno per altri 22 mesi per arrivare ai 42 anni e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata ordinaria per gli uomini. Se invece il nato nel 1962 non lavora, il danno è maggiore. La mancata proroga di quota 103 al 2024, rischia di aprire le porte di un autentico scalone di 5 anni a chi è nato quell’anno. Perché con la quota 103 nel 2023 i nati nel 1961 hanno potuto prendere subito la pensione a 62 anni.

Per chi è nato l’anno dopo, se senza lavoro, l’obiettivo diventa la pensione di vecchiaia. Ma questa si centra a 67 anni, cioè esattamente nel 2029. Non certo una penalizzazione di poco conto. Ma come dicevamo, le ultime ipotesi danno per probabile la proroga di un altro anno di quota 103. In attesa che nel 2025 o al massimo nel 2026 si passi alla quota 41 senza limiti di età e per tutti. Ecco che questa ipotesi sembra pienamente attendibile.