Che alcuni lavoratori non sfruttino misure e prestazioni pensionistiche come invece potrebbero e dovrebbero fare è un dato di fatto. Anche perché il sistema previdenziale italiano spesso è ricco di misure e strumenti poco conosciuti ai più. A tal punto che c’è chi in pensione ci va in ritardo rispetto a quello che la normativa vigente gli consentirebbe di fare. Tutti parlano di pensioni di vecchiaia a 67 anni o di pensione anticipate con 42 anni e 10 mesi di contributi versati. Ma c’è un modo oggi per andare in pensione anche con solo 40 anni di contributi.

Come si andava una volta con le vecchie pensioni di anzianità. Bisogna però utilizzare uno strumento molto particolare che si chiama pensione in regime di totalizzazione.

“Buongiorno, volevo una vostra guida su come sfruttare la totalizzazione per andare in pensione con 40 anni di contributi. Pare infatti che con questo strumento chi come me ha raggiunto questa anzianità di carriera, può andare in pensione prima. Mi interessa molto questa possibilità, perché ho perso il lavoro e sta per terminare anche la NASPI. Rischio di rimanere senza reddito. E non ho voglia di andare a cercare un nuovo lavoro adesso che ho 61 anni di età e le possibilità scarseggiano.”

Pensione anticipata o di anzianità con la totalizzazione dei contributi

La totalizzazione è quel particolare strumento previdenziale che l’INPS mette a disposizione di lavoratori che hanno versamenti previdenziali in diverse casse e in diversi fondi pensionistici. Uno strumento che rientra nel campo di applicazione di altri strumenti che hanno più o meno le stesse funzioni di raggruppamento di una carriera frastagliata come versamenti. Nello specifico, come si legge sul sito dell’INPS, “la totalizzazione consente a tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti, che hanno versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi previdenziali, di acquisire il diritto a un’unica pensione di vecchiaia, anzianità, inabilità e ai superstiti”.

E sempre l’INPS sul suo portale ufficiale specifica che si tratta di una misura che non prevede costi, perché può essere sfruttata gratuitamente dal diretto interessato. Una cosa che differenzia per esempio la totalizzazione dalla ricongiunzione, che essendo onerosa costringe il contribuente a pagare di fatto due volte.

Pensione senza limiti di età in totalizzazione, servono 41 anni di contribuiti nel 2023 e nel 2024

Pensione di anzianità in regime di totalizzazione è una possibilità che viene concessa, come detto in premessa, a chi si trova con una carriera con versamenti in diverse casse pensionistiche. Inizialmente bastavano 40 anni di contributi, cioè esattamente 2.080 contributi settimanali. Ma la contribuzione prevista è quella effettiva da lavoro, quindi senza considerare i contributi figurativi da disoccupazione o malattia. Contributi questi utili per il calcolo della pensione, ma non per avere diritto alla pensione in regime di totalizzazione. La misura si è adeguata alla stima di vita della popolazione e oggi i 40 anni di contributi non bastano più.

Pensioni 2023 e 2024, come andarci con 41 anni di contributi anche senza essere precoci

Dopo gli adeguamenti alla speranza di vita, oggi servono 41 anni di contributi, sempre senza limiti di età. E sarà lo stesso nel 2024. Nel dettaglio quindi, il diritto a quella che può essere benissimo chiamata pensione di anzianità in regime di totalizzazione nasce con 41 anni di contributi versati e con l’eventuale completamento dei vari requisiti che i singoli fondi dove sono stati versati i contributi, prevedono. E parliamo di requisiti diversi dall’anzianità contributiva o dall’età (per esempio, cancellazione dagli albi professionali o chiusura definitiva dell’attività lavorativa).

A chi si rivolge lo strumento della totalizzazione dei contributi INPS

La pensione di anzianità in regime di totalizzazione però decorre dopo 21 mesi di finestra. Naturalmente chi presenta domanda già dopo 21 mesi dalla maturazione dei requisiti, prenderà la pensione dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

La pensione percepita è pro quota. In pratica si ottiene una sola pensione, ma formata da quota che ogni fondo dove il lavoratore ha versato, calcola con le proprie regole e i propri parametri. Questa misura si può usare se il lavoratore è iscritto almeno a due fondi per l’assicurazione obbligatoria. Ma non si può sfruttare se il diretto interessato è già titolare di una pensione da parte anche solo di uno dei fondi dove ha versato o se ha chiesto la ricongiunzione. Per il 2023 e 2024 continua a non essere necessario un minimo di anni di contributi versati nei vari fondi.