Per accedere alla pensione di vecchiaia, in generale, occorre avere 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, per i portatori di handicap, riconosciuti invalidi dalle commissioni sanitarie, sono previste delle deroghe importanti.

Più precisamente, i lavoratori dipendenti del settore privato possono accedere alla pensione di vecchiaia in anticipo se riconosciuti invalidi con almeno l’80% del grado di invalidità. Si tratta di una delle deroghe Amato del 1992 ancor oggi in vigore per i lavoratori iscritti all’AGO con assicurazione antecedente al 1996.

Pensione di vecchiaia anticipata

Sono esclusi dalla deroga – come detto – i lavoratori autonomi e dipendenti del settore pubblico. Per i lavoratori del settore privato, invece, la pensione scatta al raggiungimento di 61 anni di età per gli uomini e 55 per le donne. Purché in possesso di almeno 20 anni di contributi. L’età anagrafica è stata adeguata alla speranza di vita nel 2013 e vale fino al 2024, poi sarà rivista.

Per tutti i lavoratori interessati è necessario che il grado di invalidità sia riconosciuto in misura non inferiore al 80% in via definitiva. I requisiti sanitari accertati dalle commissioni sanitarie locali devono essere confermati dall’Inps prima della liquidazione della pensione.

Per i non vedenti, i requisiti di età sono pari, rispettivamente, a 56 anni per gli uomini ed a 51 anni per le donne. In entrambi i casi viene concesso un forte anticipo rispetto ai 67 anni richiesti alla generalità del lavoratori per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

La pensione di vecchiaia scatta dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti richiesti (finestra mobile).

Opzione Donna e Ape Sociale

A parte ciò, esistono altre forme di pensione anticipata diversa dalla vecchiaia e riguardano tutti, anche autonomi e dipendenti pubblici. Le deroghe in questione sono Ape Sociale e Opzione Donna. In entrambi i casi, il grado di invalidità non deve essere inferiore al 74%.

Per quanto riguarda Ape Sociale, si tratta di un anticipo pensionistico, uno scivolo, è quindi non è una vera e propria pensione.

Scatta a 63 anni di età con almeno 30 anni di contributi versati e l’assegno decorre dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti richiesti. La misura, non rivalutabile, è però limitata a 12 mensilità con tetto massimo di 1.500 euro al mese.

Opzione Donna, invece, è rivolta alle sole lavoratrici autonome e dipendenti. La pensione scatta in anticipo al raggiungimento di 60 anni di età (scontabili fino a 58 in presenza di figli) con almeno 35 anni di contributi versati. La decorrenza della pensione, però, è di 12 mese dopo il raggiungimento dei requisiti (finestra mobile).