Come si fa ad andare in pensione con 35 anni di contributi? La domanda è comune a molti lavoratori. Il motivo è semplice. Infatti 35 anni di contributi versati sono pochi per le pensioni anticipate ordinarie, pochi per quota 41 precoci e pochi anche per l’Ape sociale per come è stata confermata nel 2024 dal governo. E 35 anni di contributi non bastano nemmeno per la quota 103. E allora quali sono le possibilità che hanno i lavoratori una volta arrivati a 35 anni di contributi?

Una domanda che molti nostri lettori ci propongono, sia uomini che donne, sia lavoratori autonomi che lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico.

Oggi cerchiamo di presentare un quadro completo delle opportunità di pensionamento con 35 anni di contributi versati senza rispondere a un unico lettore ma cercando di mettere in chiaro quali sono queste possibilità generiche.

Pensione subito con 35 anni di contributi, ecco quando si può

Naturalmente con 35 anni di contributi versati una volta raggiunta la giusta età previdenziale e pensionabile nessuno impedisce al lavoratore di andare in pensione. Infatti per le quiescenze di vecchiaia bastano 20 anni di contributi versati e 67 anni di età. In pratica nel 2024 chi completa 35 anni di contributi ed allo stesso tempo arriva alla giusta età pensionabile può lasciare il lavoro.

Questa è una ovvietà, ma si tratta della via più semplice e più generica per poter andare in pensione in Italia. Soprattutto nel 2024, dal momento che il governo ha deciso di eliminare il vincolo dell’importo della pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale per i contributivi puri. Soggetti quindi che potranno uscire dal lavoro anch’essi raggiungendo 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati.

Aspettativa di vita, per gravosi e usuranti ancora i vecchi requisiti

Ma 35 anni di contributi versati sono la carriera utile per uscire dal lavoro sfruttando una agevolazione del 2019. E questa è ad appannaggio di chi svolge un lavoro gravoso o un lavoro usurante.

Infatti lo scatto di cinque mesi di età pensionabile che hanno preso sia le pensioni di vecchiaia che le pensioni anticipate dal primo gennaio 2019, non ha riguardato chi svolge un lavoro particolarmente logorante tra quelli previsti dalle normative vigenti.

Quindi anche nel 2024 chi svolge un lavoro del genere può uscire con 66 anni e 7 mesi di età. E con 30 anni di contributi versati. Pertanto, 35 anni sono più che sufficienti per poter rientrare in questa agevolazione. Ma come detto, bisogna rientrare nel perimetro del lavoro gravoso (15 categorie utili anche alla quota 41 per i precoci). O in quello del lavoro usurante (notturni, linea a catena, autisti mezzi pubblici e così via).

Le donne e quando 35 anni bastano per andare in pensione

Ci sono diverse misure che hanno nei 35 anni di contribuzione versata la carriera utile ad accedere alla pensione, oltre alla classica pensione di vecchiaia, per il 2024. Questi contributi infatti sono quelli che servono anche alle donne che rientrano nell’opzione donna. La misura anche se molto particolare non è difficile da capire come meccanismo.

Infatti possono andare in pensione con opzione donna le lavoratrici che al 31 dicembre dell’anno precedente quello del completamento dei requisiti raggiungono 59, 60 o 61 anni di età e 35 anni di contributi versati. La misura resta sfavorevole dal punto di vista del calcolo dell’assegno perché si adotta il calcolo interamente contributivo della prestazione.

Tornando ai lavori usuranti, 35 anni di contributi bastano per il relativo scivolo. Bastano infatti 61 anni e 7 mesi di età e quota 97,6 per chi rientra in una delle mansioni usuranti. Oppure per chi svolge un lavoro notturno, per chi è impegnato nella linea a catena o per chi è autista di mezzi di trasporto pubblici.