Chi lavora con l’amianto ha diritto ad andare in pensione anticipata rispetto alla generalità dei lavoratori. La rimozione, bonifica e smaltimento di materiali contenenti amianto rientra fra le attività usuranti e pericolose che la normativa vigente tutela in maniera specifica dal punto di vista previdenziale.

Si parla in questo caso di Quota 96,7. O meglio di pensione al compimento di 61 anni e 7 mesi di età se hanno almeno 35 anni di contributi. I lavori con esposizione all’amianto rientrano infatti fra i mestieri usuranti.

I contributi versati devono essere però riferiti a periodi di lavoro specifico nella lavorazione di materiali contenti amianto. Per un periodo corrispondente ad almeno la metà della carriera o durante gli ultimi anni di essa.

La pensione per i lavoratori esposti all’amianto

Più nel dettaglio, la legge prevede per i lavoratori esposti all’amianto la possibilità di andare in pensione fino a 5 anni prima. Per l’esattezza a partire da 61 anni e 7 mesi (62 anni e 7 mesi se si tratta di autonomi) avendo almeno 35 anni di contributi.

Per poter accedere a questa possibilità è, però, necessario avere svolto il lavoro specifico con esposizione all’amianto per almeno 7 anni negli ultimi 10, per 6 anni negli ultimi 7 o per almeno la metà della vita lavorativa complessiva. Anche in via non continuativa.

Quindi non è necessario che al compimento dell’età prevista per la pensione il lavoratore debba necessariamente svolgere attività connessa con la lavorazione dell’amianto. E’ sufficiente che lo abbia fatto in passato per metà della carriera. O per il numero di anni specificato nell’ultimo periodo lavorativo.

Misura contributiva maggiorata

Per quanto riguarda la misura della pensione, i lavoratori che sono stati esposti all’amianto per un periodo superiore a 10 anni beneficiano di un “moltiplicatore”. Questo consente di maggiorare il periodo contributivo dell’esposizione del 50%. In altri termini, ogni anno di esposizione vale 18 mesi ai fini pensionistici.

Ad esempio, un lavoratore che ha lavorato per 20 anni di cui 12 anni con esposizione all’amianto avrà un periodo utile ai fini della pensione pari a 26 anni. I benefici pensionistici per i lavoratori esposti all’amianto sono disciplinati dalla legge n. 257/1992, che ha istituito il Fondo per l’amianto.

Per beneficiare dei benefici pensionistici per i lavoratori esposti all’amianto è necessario:

  • essere stato esposto all’amianto per un periodo superiore a 10 anni;
  • essere in possesso dei requisiti contributivi e di età per accedere alla pensione;
  • avere la documentazione che attesta l’esposizione all’amianto.

Domanda di pensione lavoratori esposti all’amianto

La domanda per i benefici pensionistici per i lavoratori esposti all’amianto deve essere presentata all’Inps entro il 1 maggio per via telematica. L’istanza è una richiesta di verifica dei requisiti maturati o maturandi nel corso del 2024. La domanda dovrà essere corredata (modello “AP45”) e da tutta la documentazione comprovante il tipo di attività svolta e la durata.

Le istanze pervenute dopo il 1 maggio saranno comunque accettate dall’Inps. Ma bisognerà considerare il differimento del pagamento della pensione pari a uno, due o tre mesi rispettivamente a seconda se la domanda è presentata dal 2 maggio al 1° giugno 2023; dal 2 giugno al 31 luglio 2023; oppure dopo il 1° agosto 2023.

Riassumendo…

  • I lavoratori esposti all’amianto possono andare in pensione da 61 anni e 7 mesi di età.
  • Servono almeno 35 anni di contributi versati come requisito di anzianità.
  • Chi lavora con l’amianto ha diritto alla maggiorazione contributiva.
  • La domanda di pensione anticipata si presenta entro il 1 maggio di ogni anno.