Chi è nato nel 1965 può già andare in pensione anticipata nel 2023. Quest’anno i lavoratori di questa classe compie 58 anni di età e, secondo la legge, ci sono tre possibilità per lasciare il lavoro o il servizio con largo anticipo rispetto alla vecchiaia.

Di chi si tratta? Innanzitutto dei militari e, in genere del personale addetto al comparto difesa e sicurezza. Poi ci sono le lavoratrici con figli per le quali è rimasta in vigore anche per quest’anno Opzione Donna. Infine troviamo i precoci.

Ma vediamo in dettaglio le tre opzioni per andare in pensione anticipata a 58 anni.

La pensione di anzianità per i militari

Come previsto dal nostro ordinamento, il personale militare e delle forze di polizia può andare in pensione a 58 anni. La riforma Fornero non ha modificato i requisiti previsti per le pensioni di anzianità che restano attualmente in vigore.

Il sistema pensionistico del personale appartenente al comparto difesa e sicurezza non è quindi cambiato rimanendo diverso da quello della generalità dei lavoratori. I militari possono cessare anticipatamente dal servizio e andare in pensione all’età di 58 anni con una anzianità contributiva di almeno 35.

In alternativa vi possono andare anche indipendentemente dall’età anagrafica, ma con almeno 41 anni di contributi versati. Il che, in ogni caso, significherebbe per chi ha iniziato a prestare servizio a 18 anni, uscire a 58-59 anni di età.

In entrambi i casi la pensione è calcolata col sistema contributivo e retributivo e la decorrenza della prestazione scatta dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti (finestra mobile).

Opzione Donna

Per le lavoratrici dipendenti e autonome nate nel 1965 c’è anche Opzione Donna. La nuova versione per il 2023 prevede l’uscita a 60 anni, con uno sconto di un anno per ogni figlio fino ad un massimo di 2 anni. Quindi si può uscire a 58 anni. Il requisito contributivo è di almeno 35 anni di versamenti.

Entrambi i requisiti debbono essere posseduti al 31 dicembre 2023. Per chi ha versato contributi in gestioni diverse, si fa riferimento agli ultimi anni di lavoro. Pertanto l’età anagrafica di riferimento è quella relativa all’ultimo rapporto di lavoro al momento della domanda di pensione.

Altro requisito da soddisfare da quest’anno, introdotto con la riforma Meloni, è l’appartenenza a una o più delle seguenti condizioni:

  • caregiver
  • disoccupazione a seguito di licenziamento per crisi aziendale
  • invalidità civile non inferiore al 74%

Il calcolo della pensione avviene con il sistema contributivo puro. Per cui l’assegno risulta penalizzante e può comportare anche un taglio significativo dell’importo rispetto alla pensione ordinaria. I tempi di attesa della liquidazione della pensione sono di 12 mesi dal perfezionamento dei requisiti.

Lavoratori precoci

Altra strada per andare in pensione anticipata per i nati nel 1965 è quella di Quota 41 riservata ai lavoratori precoci. Ovvero a coloro che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi, hanno versato almeno 41 anni di contributi e hanno alle spalle almeno 12 mesi di lavoro prima di aver compiuto i 19 anni.

In questo caso bastano 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica per accedere alla pensione anticipata. I nati nel 1965 che hanno iniziato a lavorare nel 1982-1983, quindi a 17-18 anni, senza interruzioni, possono andare in pensione già quest’anno a 58 anni.

Per ottenere la pensione con Quota 41 precoci è, però, necessario soddisfare anche una delle seguenti condizioni:

  • trovarsi in stato di disoccupazione
  • essere invalido civile con percentuale non inferiore al 74%
  • essere caregiver
  • svolgere o aver svolto lavori gravosi e/o usuranti.