Non è mai troppo presto per pensare alla pensione futura. Costruire una rendita fai da te è un’ancora di salvezza di fronte alle incertezze del sistema previdenziale con la continue riforme sempre più penalizzanti. Chi inizia a lavorare però difficilmente ha la lungimiranza di iniziare subito a risparmiare per la pensione futura. Di solito i più saggi cominciano a mettere da parte le entrate a 30 anni, altri ci arrivano a 40, alcuni solamente a 50. La paura di restare senza pensione o di avere un assegno troppo basso è in effetti concreta per chi ha avuto carriere discontinue o ha iniziato a versare i contributi in regola non giovanissimo.

Sostanzialmente le alternative sono due: TFR e fondi pensione.

Con un’inflazione che l’anno scorso è salita all’11,6% il trattamento di fine rapporto si è rivalutato dell’8,3% netto; i fondi pensione invece hanno subito una brusca battuta d’arresto intorno al 10%. In questo scenario fa confluire il TFR in un fondo pensione potrebbe veramente rivelarsi la scelta più redditizia.

Pensare al futuro a 30 o 40 anni: cosa conviene fare

Il margine più alto si evidenzia per chi inizia a versare per la pensione futura a 30 o 40 anni e sceglie un profilo di rischio elevato: il TFR nella pensione complementare fa maturare in questo scenario più del doppio rispetto alla liquidazione lasciata in azienda.

Ecco gli scenari appena ipotizzati in numeri:

Età soggetto: 30

Stipendio netto: 1.500 euro

Capitale finale: 154.899 euro

Capitale con TFR in azienda: 68.255 euro

 

Età soggetto: 40

Stipendio netto: 2000 euro

Capitale finale: 200.635 euro

Capitale con TFR in azienda: 98.206 euro

2022 annata deludente per i fondi pensione

Se pensassimo ai rendimenti degli investimenti per la pensione futura come alle vendemmie, il 2022 sarebbe stata sicuramente una pessima annata per i fondi pensione. Certo uno scenario difficilmente ripetibile, con performance negative sia sul fronte azionario sia su quello obbligazionario. I fondi pensione non si sono salvati e hanno perso in media il 9,8%.

Un tonfo pesante che ha riacceso la diatriba fondi pensione vs tfr. Solo i Pip hanno fatto meglio, facendo registrare un rendimento annualizzato del 2,9 per cento.
Va detto che l’analisi Covip riguarda dieci anni, che è un periodo di tempo limitato per la costruzione di una pensione futura. Bisognerebbe tener conto anche della tassazione del Tfr.

E poi c’è la variabile età. E infatti c’è un solo caso che contraddice la regola di cui sopra: quello del 50 enne cauto.

Età soggetto: 50

Stipendio netto: 2500 euro

Capitale finale: 138.741 euro (fondo a rischio alto)

Capitale con TFR in azienda: 140.120 euro