La principale misura previdenziale che il sistema pensionistico italiano offre ai lavoratori è senza dubbio la pensione di vecchiaia. Parliamo di quella misura che rappresenta uno dei pilastri del sistema insieme alla pensione anticipata. La pensione di vecchiaia infatti è quella misura che riguarda i lavoratori che raggiungono la cosiddetta età pensionabile che nel 2023 è stata pari a 67 anni di età. Età pensionabile che continuerà ad essere identica anche nel 2024.

Ma cosa cambia l’anno venturo per questa misura è una domanda che molti lavoratori si pongono dal momento che la legge di Bilancio ha introdotto diverse novità nel sistema previdenziale nostrano.

“Buonasera, sono un contribuente che ha compiuto a giugno 66 anni di età e che nel 2024 quindi raggiungerà l’età pensionabile. Sempre che questa età sia rimasta inalterata rispetto a ieri, perché non ho compreso bene se alcune novità introdotte dal Governo, cioè le finestre o il ricalcolo contributivo delle prestazioni, abbiano inciso anche sulla pensione di vecchiaia ordinaria. Potete dirmi se e quando potrà andare in pensione con 34 anni di contributi?”

Come lasciare il lavoro a 67 anni di età nel 2024

La pensione di vecchiaia non fa distinzioni tra uomini e donne e non distingue tra tipologia di lavoratori. In pratica si tratta di una misura che permette il pensionamento semplicemente raggiungendo la giusta età pensionabile e la giusta carriera contributiva. Per il 2024 requisiti invariati rispetto al 2023 e quindi, pensione a 67 anni con almeno 20 anni di contributi. La prestazione come dicevamo, è appannaggio di tutti i lavoratori sia dipendenti che autonomi.

Naturalmente parliamo di contribuenti iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO). Quindi, lavoratori che versano contributi al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD), alle gestioni dei lavoratori autonomi, degli artigiani e dei commercianti, alla Gestione Separata INPS ed a tutte le altre forme di gestione esclusive e sostitutive della già citata AGO.

Pensione di vecchiaia 2024, ecco cosa serve, quali contributi e le novità del governo

Il dubbio del nostro lettore è lecito visto tutto ciò che si dice sulle pensioni e sulle novità del Governo.

Che in effetti ha introdotto diverse novità nel sistema, peggiorando i requisiti o le regole di calcolo di diverse misure. Ma non intaccando minimamente la pensione di vecchiaia ordinaria che resta identica a oggi. Anche sulla questione finestre di attesa delle pensioni che il lettore cita nel quesito, nulla di nuovo.

Infatti come si legge sul sito dell’INPS, la pensione di vecchiaia decorre semplicemente dal primo giorno del mese successivo a quello di perfezionamento di tutti e 2 i requisiti richiesti. Naturalmente sempre che il diretto interessato presenti domanda per tempo, perché altrimenti la prestazione decorre a partire dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della richiesta.

Ecco alcune deroghe per chi raggiunge i 67 anni di età

Solo per alcuni lavoratori in possesso di particolari situazioni contributive e non, è possibile accedere alla pensione di vecchiaia con meno di 20 anni di contributi versati. Questa possibilità riguarda le seguenti categorie di lavoratori:

  • lavoratori che al 31 dicembre 1992 hanno maturato 15 anni di anzianità contributiva;
  • lavoratori a cui l’INPS ha accettato la prosecuzione volontaria della contribuzione in data anteriore al 31 dicembre 1992, a prescindere che i versamenti siano stati effettuati o meno;
  • dipendenti che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e che hanno nella carriera almeno 10 anni coperti da meno di 52 settimane di contributi per anno, anche non consecutivamente.

La pensione di vecchiaia per i contributivi

Una cosa da sottolineare per quanto riguarda la pensione di vecchiaia è la situazione relativa ai cosiddetti contributivi puri. Si tratta di lavoratori la cui carriera è iniziata dopo il 1995. In questo caso, ai soliti 20 anni di contributi minimi da tenere ed ai soliti 67 anni di età, si aggiunge il limite minimo di pensione da raggiungere.

Fino al 31 dicembre infatti per andare in pensione, il lavoratore con il primo accredito a qualsiasi titolo, deve raggiungere un importo di almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Significa una pensione pari ad almeno 754,90 euro (assegno sociale da 503,27 per 1,5).

Questa limitazione sparisce nel 2024. Infatti il governo ha introdotto una novità per la pensione di vecchiaia per chi rientra in pieno nel regime contributivo. Ha eliminato il vincolo dell’importo della pensione che pertanto può essere percepita come per tutti gli altri contribuenti. Un’altra distinzione che viene meno quindi, con la quiescenza di vecchiaia che davvero diventa uguale per tutti.