Andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia è ciò che possono fare coloro che raggiungono i requisiti specifici. La novità per il 2024 è che questi requisiti sono cambiati per i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi. Il Governo ha alleggerito alcuni vincoli con l’ultima Legge di Bilancio. E ha esteso la possibilità di andare in pensione a molti più lavoratori rispetto al recente passato e al 2023.

“Buonasera, sono una lavoratrice del 1957 che a dicembre arriva a 67 anni di età. Ho smesso di lavorare a gennaio per mia scelta.

E adesso aspetto la pensione di vecchiaia dopo 22 anni di versamenti. Però qualcuno mi dice che dal momento che non ho contributi versati prima del 1996, non è detto che vada in pensione. Perché non è detto che raggiungo una pensione rilevante come importi. Non ho capito bene questa cosa e come funziona questo vincolo. So solo che se davvero fosse così, se davvero dicono di no alla mia pensione a fronte di 67 anni di età e 22 anni di contributi, sarebbe una cosa scandalosa. Voi cosa mi dite, devo ascoltare le voci o non corro rischi?”

Pensione di vecchiaia 2024: accesso più facile, ecco perché

Se fossimo ancora nel 2023, probabilmente la nostra lettrice avrebbe avuto maggiori difficoltà ad andare in pensione, poiché le informazioni ricevute riguardo le pensioni contributive concesse solo a fronte di importi di pensione di un certo tipo sarebbero state veritiere.

Tuttavia, nel 2024 il governo ha cambiato le regole. E ha equiparato quasi completamente i lavoratori di fronte alla pensione di vecchiaia. Sia quelli nel sistema contributivo sia quelli nel sistema misto.

Questo “quasi” deriva dal fatto che per chi non ha contributi prima del 1996, la pensione di vecchiaia a 67 anni è concessa solo se l’importo è almeno pari all’assegno sociale. Questo vincolo è comunque molto inferiore a quello che era in vigore fino allo scorso anno.

Ecco cosa possono fare adesso i soggetti che vantano una carriera tutta nel contributivo

Nel 2023, i contributivi puri, come la nostra lettrice di fronte alla pensione di vecchiaia, dovevano soddisfare un requisito aggiuntivo rispetto ai soliti 67 anni di età e 20 anni di contributi, validi per chi rientrava nel sistema misto.

Per chi vantava una carriera esclusivamente nel meccanismo contributivo (dopo il 31 dicembre 1995), la pensione per essere erogata doveva raggiungere la soglia minima di 1.5 volte l’assegno sociale. Nel 2023, parliamo di circa 760 euro al mese (l’assegno sociale nel 2023 era pari a 503,27 euro).

Questo vincolo è stato abolito nel 2024. La pensione, per essere concessa a chi è nel sistema contributivo, deve essere almeno pari a 534,41 euro. Ovvero l’esatto valore dell’odierno assegno sociale dopo la sua rivalutazione al tasso di inflazione. Quindi, tornando alla nostra lettrice, le possibilità che lei, con 22 anni di contributi, non riesca a raggiungere un trattamento di circa 534 euro al mese sono improbabili.

Crediamo quindi che per lei le porte della pensione si apriranno alla luce delle recenti novità introdotte dal governo.