Adeguamento dell’assegno rispetto all’inflazione, nuove aliquote e scaglioni Irpef e nuove detrazioni per tipologia di reddito.

In moti casi, l’assegno pensionistico ha subito un aumento.

Partendo dalle novità teoriche, vediamo con un esempio pratico quali sono gli effetti delle suddette variabili rispetto ad un pensione lorda di circa 2 mila euro al mese.

Il meccanismo di perequazione delle pensioni

Le pensioni godono di un particolare meccanismo in base al quale l’importo dell’assegno aumenta all’aumentare dell’inflazione.

Il riferimento è al c.d meccanismo di perequazione.

Il decreto ministeriale del 17 novembre 2021, ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è pari a 1,7% dal 1° gennaio 2022. Rispetto alla percentuale dell’1,6% utilizzata per le pensioni di gennaio e febbraio 2022.

Attenzione però si tratta solo di una perequazione provvisoria; infatti, nel decreto si legge che:

considerata la necessita’ di determinare la variazione percentuale per l’aumento di perequazione automatica con effetto dal 1° gennaio 2022, salvo conguaglio all’accertamento dei valori definitivi relativamente ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2021.

Da qui, la variazione definitiva nella media 2021 dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, da applicarsi per l’anno 2022 e’ stata pari all’1,9 per cento (Comunicato ufficiale dell’ISTAT del 17 gennaio 2022).

Nel pratico:

  • per le pensioni di gennaio e febbraio, l’Inps ha utilizzato l’indice di perequazione disponibile al 15 ottobre 2021, come elaborato dal competente Coordinamento generale statistico attuariale, pari all’1,6%;
  • sulle pensioni di marzo verrano effettuate le differenze di perequazione laddove spettanti, considerato l’adeguamento provvisorio all’1,7% rispetto alla presente percentuale dell’1,6%.
  • l’adeguamento definitivo da 1,7% a 1,9%, come da incremento dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat (Comunicato ufficiale dell’ISTAT del 17 gennaio 2022), avrà effetto sui conguagli da gennaio 2023.

Percentuale di adeguamento differenziate

Attenzione, le percentuali di adeguamento in esame non si applicano allo steso modo per tutte le pensioni.

Nel senso che, la rivalutazione dipende dalle fasce di reddito (Fonte Inps):

  • 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
  • 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.

Il trattamento minimo di riferimento in pagamento dal primo gennaio 2022 è pari a 523,83 euro.

Le nuove aliquote e i nuovi scaglioni Irpef

Con la Legge di bilancio 2022, è stato eliminato uno scaglione di reddito e sono state modificate le aliquote di tassazione Irpef.

In dettaglio, i nuovi scaglioni e le nuove aliquote sono così individuate:

  • 23% – fino a 15.000 euro;
  • 25% – oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
  • 35% – oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43% – oltre 50.000 euro.

La stessa legge di bilancio ha modificato anche la c.d. no tax area pensionati.

Aumento pensioni, un esempio pratico. Gli effetti delle novità per una pensione di duemila euro al mese

Fatta tale doverosa ricostruzione, abbiamo tutti gli elementi per analizzare un caso pratico, riferito ad una pensione pari a duemila euro mensili.

Calcoliamo prima l’adeguamento all’inflazione.

Euro 24.000 + [euro 24.000 X 0,017] = 24.408,00 euro.

A scopo esemplificativo, questo rappresenta l’importo lordo della pensione sul quale calcolare l’Irpef. Senza considerare addizionali regionali e comunali.

Calcoliamo ora l’Irpef dovuta sulla base dei nuovi scaglioni.

Da qui avremo:

  • euro 15.000 X 0,23 = euro 3.450,00;
  • euro 9.408 X 0,25 = euro 2.352,25.

L’Irper lorda a debito è pari a 5.802,25 euro.

Applicando le nuove detrazioni per tipologia di reddito, ex art.13 comma 3 del DPR 917/86, TUIR, avremo:  euro 700 + [1.255 euro X (28.000 euro – 24.408 euro)/19.500 euro]=700+231,18 ossia 931,18 euro quale detrazione per tipologia di reddito. Da sottrarre all’Irpef lorda di 5.802,25.

La pensione netta sarà pari a 19.536,93 euro. Tenendo conto delle sole variabili qui in esame.

Difatti, la pensione netta registrerà un aumento piuttosto sostanziale rispetto al 2021.