Andare in pensione per i disoccupati è una possibilità ma solo se l’interessato ha compiuto i 63 anni di età e rispetta altri determinati requisiti. Chi ha perso il lavoro a una certa età può avere serie difficoltà a trovarne uno nuovo. Per questo lo Stato e i Legislatori hanno pensato a misure di favore per questi lavoratori. A dire il vero servirebbe altro, perché un disoccupato che per esempio ha superato i 60 anni di età, proprio alla luce delle oggettive difficoltà a trovare nuova collocazione lavorativa, dovrebbe poter andare in pensione sfruttando la sua contribuzione.

Dovrebbe essere questo il principio che dovrebbe utilizzare lo Stato mentre oggi rende queste persone bisognose di sussidi e assistenzialismo. Ma come dicevamo, una misura indirizzata ai disoccupati esiste. E si chiama Anticipo Pensionistico Sociale.

“Buonasera, sono Mattia e sono un manovale in edilizia. Credo di avere già 36 anni di contributi versati di cui la maggior parte in edilizia. Compio 63 anni a settembre e volevo capire le mie possibilità di Ape sociale. Devo per forza fare la NASPI per poter andare in pensione con questa misura? Visto l’imminente mio sessantatreesimo compleanno, ho urgenza di capire come devo fare.”

Pensione a 63 anni ma prima la disoccupazione, ecco quando la NASPI aiuta

L’Ape sociale è una misura che consente di anticipare la pensione a partire dai 63 anni di età e con contribuzione variabile in base alla categoria in cui si rientra. Perché l’APE non è destinata alla generalità dei lavoratori ma solo a particolari categorie. Nel dettaglio, ma senza approfondire categoria per categoria quanti possono accedere alla misura, abbiamo:

  • Invalidi;
  • Caregiver che assistono invalidi;
  • Disoccupati;
  • Lavoratori alle prese con le mansioni gravose.

Il nostro lettore potrebbe andare in pensione come edile, perché questo genere di attività è una delle tante considerate gravose da parte dei legislatori e meritevoli di una misura di pensionamento anticipato come lo è proprio questo Anticipo Pensionistico Sociale.

In quanto edile, se rispetta tutti i requisiti previsti, può andare in pensione a settembre, appena compie i 63 anni di età. Infatti come lavoro gravoso servono:

  • Almeno 36 anni di contributi versati (per gli edili bastano 32 anni come per i ceramisti);
  • Almeno 63 anni di età;
  • attività gravosa svolta per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o per 6 degli ultimi sette anni.

Se il lettore rispetta queste condizioni, non deve fare più nulla se non presentare domanda di certificazione del diritto all’INPS e domanda di pensione per l’Ape sociale.

I disoccupati e l’APE sociale

Se il nostro lettore è arrivato a un quesito di questo genere, possiamo presupporre che non ha i requisiti adatti per essere considerato dentro il lavoro gravoso. Magari perché non rispetta la condizione dei 6 anni di lavoro gravoso degli ultimi 7 o dei 7 degli ultimi 10. In questo caso, come età e contribuzione può optare per la domanda di Ape sociale come disoccupato. Infatti anche i disoccupati possono avere accesso all’Anticipo Pensionistico Sociale. Servono sempre 63 anni di età ma “solo” 30 anni di contributi. La perdita del lavoro da cui deriva lo status di disoccupato deve essere corrispondente a quella utile a percepire l’indennità di disoccupazione. Pertanto serve che la perdita del posto di lavoro derivi da:

  • dimissioni per giusta causa;
  • cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento (anche collettivo);
  • risoluzione consensuale avvenuta in collegamento all’articolo n° 7 della legge n° 604/1966 (in sede protetta);
  • scadenza del contratto di lavoro a tempo determinato.

Infatti possono accedere all’APE sociale coloro i quali hanno terminato di percepire interamente la NASPI spettante. Evidente che chi perde il lavoro e non ha diritto alla NASPI non ha diritto nemmeno all’APE sociale. Quindi dimettersi volontariamente dal lavoro come non permette l’accesso all’indennità di disoccupazione INPS non consente l’accesso all’Anticipo Pensionistico Sociale.

Solo chi proviene da scadenza di un contratto di lavoro a termine deve prestare attenzione a un requisito aggiuntivo. Infatti a far data dal primo gennaio del 2018, anche le perdite di occupazione da lavoro a tempo determinato per scadenza dei termini del contratto, danno diritto all’APE sociale. Ma in questo caso serve che negli ultimi 3 anni a partire dalla data della scadenza del contratto, ci siano almeno 18 mesi di assunzione come lavoratore dipendente.

Pensione o ammortizzatore sociale? Ecco cos’è la pensione con l’APE sociale

Per i disoccupati fino al 31 dicembre 2021 era necessario aspettare 3 mesi dalla data dell’ultima mensilità di NASPI spettante per poter presentare domanda di Ape sociale e ricevere eventualmente la prestazione. Dal primo gennaio successivo, la legge n° 234 del 2021 ha stabilito che non serve aspettare il decorso dei tre mesi e che l’Ape può essere richiesta subito al termine della NASPI interamente percepita. Il collegamento alla NASPI parte da un fatto. Essendo anche l’APE una misura simile a un ammortizzatore sociale o a una prestazione assistenziale, non è percepibile da chi, per esempio, chiede di rinunciare alla NASPI anticipatamente per mettersi in pensione.

L’APE sociale infatti viene erogata solo per i mesi e gli anni che mancano al compimento dei 67 anni di età. Giunti a quella età la prestazione cessa e gli interessati sono chiamati a presentare una nuova domanda all”INPS, stavolta per la pensione di vecchiaia ordinaria. Va ricordato infine che andare in pensione con l’APE, consente una pensione massima di 1.500 euro al mese, che non si indicizza al tasso di inflazione per l’intera sua durata, che non ha le maggiorazioni, le integrazioni al trattamento minimo e gli assegni familiari. Inoltre non è reversibile al coniuge o agli altri parenti in caso di decesso del pensionato, e non prevede la tredicesima mensilità.