Andare in pensione a 60 anni può sembrare difficile ma a volte non lo è. Sono molti i lavoratori che vorrebbero smettere di lavorare e godersi la vita da pensionati, senza necessariamente dover arrivare a 67 anni come prevede la pensione di vecchiaia o ancora a 71 anni come capita a molti contribuenti. Tuttavia, le attuali regole previdenziali non hanno nei 60 anni una età classica per lasciare il lavoro. Le normative rendono difficile raggiungere la pensione a 60 anni. Ma c’è anche chi ha iniziato a lavorare presto.

E in questo caso, o se si appartiene a determinate categorie, le opzioni non mancano.

Esistono quindi opzioni che consentono di andare in pensione a 60 anni, o addirittura prima. Ma cosa bisogna fare, quali sono i requisiti necessari e quali sono gli eventuali svantaggi di queste opzioni?

“Buonasera, oggi vorrei proporvi una domanda semplice. Volevo sapere se esistono delle possibilità di andare in pensione a 60 anni di età. Infatti compio gli anni il mese prossimo e vorrei capire quali sono le misure che consentono un pensionamento così anticipato. Grazie per la vostra eventuale risposta.”

La pensione anticipata ordinaria valida soluzione per uscire a 60 anni di età

Non mancano le opportunità per anticipare la pensione. Spesso però sono opportunità piene di vincoli, paletti e con requisiti assai particolari. Soprattutto se parliamo di prestazioni in deroga alle regole ordinarie. Infatti, non esiste misura diversa da quelle ordinarie, che non hanno delle limitazioni di platea figlie proprio dei particolari requisiti da centrare. E quando parliamo di prestazioni in deroga ai requisiti ordinari parliamo di misure che consentono l’anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata. Ma proprio quest’ultima misura è una di quelle che consentirebbe di andare in pensione, a determinate condizioni, già a 60 anni. Con la pensione anticipata ordinaria non si guarda all’età ma solo alla giusta carriera contributiva.

Come sfruttare la pensione anticipata ordinaria

La pensione anticipata ordinaria è una misura di pensionamento che non richiede alcuna età minima, ma solo il raggiungimento di un determinato numero di anni di contribuzione. Oggi, e sarà così fino al 2026, servono:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Il blocco dell’adeguamento alle aspettative di vita previsto dal decretone che varò Quota 100 e reddito di cittadinanza, ha determinato il congelamento dei requisiti fino al 2026. Per uomini e donne 35 anni devono essere effettivi da lavoro, ovvero senza considerare i contributi figurativi da malattia o disoccupazione. Per andare in pensione con questa misura già a 60 anni di età è evidente che l’interessato deve aver iniziato a lavorare a 17 anni, se non prima. E soprattutto, deve aver mantenuto una carriera lavorativa senza interruzioni.

Possibile la pensione a 60 anni, ecco alcune opzioni che si possono sfruttare

La pensione anticipata ordinaria è misura flessibile proprio perché non ha vincoli di età. Le regole di calcolo sono quelle del sistema misto. I periodi di lavoro versati fino al 31 dicembre 1995 sono calcolati con il sistema retributivo. Quelli successivi con il sistema contributivo. Solo per chi ha 18 o più anni di lavoro nel sistema retributivo, questo calcolo si estende ai periodi lavorati fino al 31 dicembre 2011. Per via dell’applicazione della legge Fornero l’interessato subisce un taglio di assegno pari all’1% per ogni anno mancante al raggiungimento dei 62 anni di età. Alternativa alla pensione anticipata ordinaria è la quota 41 per i precoci. Bastano 41 anni di contributi e la misura resta scollegata dai limiti anagrafici.

La quota 41 per i precoci e la pensione anche a 60 anni

Quota 41 è il nome con cui si indica la possibilità di accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi versati, senza dover raggiungere una determinata età anagrafica, ma solo per alcune categorie di lavoratori.

Si tratta dei lavoratori definiti “precoci”, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare molto giovani. Infatti serve un anno di contribuzione anche discontinua versata prima dei 19 anni di età. La misura è destinata a:

  • disoccupati che da almeno tre mesi hanno finito di prendere l’indennità di disoccupazione;
  • caregiver che da non meno di sei mesi assistono un familiare entro il secondo grado, convivente e con handicap grave;
  • invalidi civili con oltre il 74% di invalidità;
  • lavoratori impegnati nei cosiddetti lavori gravosi.

I precoci in pensione a 60 anni, oppure le donne con lo scivolo contributivo o l’invalidità pensionabile

La quota 41 per i precoci è già una realtà dal 2016, perché fu varata all’epoca insieme all’Ape sociale. La misura non comporta penalizzazioni sull’importo della pensione. Uscire dal lavoro a 60 anni però è più semplice per le donne. Infatti esistono due misure che lo consentono. Per esempio, con invalidità specifica o pensionabile pari almeno all’80%, bastano 56 anni e 20 anni di contributi a determinate lavoratrici.

Va sottolineato che l’invalidità pensionabile o specifica almeno all’80% è una condizione che consente di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata a 56 anni per le donne ed a 61 anni per gli uomini. L’invalidità pensionabile deve essere certificata dalla commissione medica dell’INPS perché non basta l’invalidità civile riconosciuta per esempio dalla commissione medica ASL. Infatti l’invalidità civile infatti dà diritto all’assegno ordinario di invalidità o alla pensione di inabilità civile, che restano prestazioni assistenziali. L’invalidità specifica invece da diritto alla pensione di vecchiaia anticipata che resta una pensione previdenziale.

Pensione contributiva lavoratrici, ecco cosa significa Opzione Donna

Altra misura che per le donne consente un pensionamento a 60 anni è Opzione Donna. Opzione Donna 2023 è una misura che permette alle lavoratrici di andare in pensione anticipata con 35 anni di contributi e 60 anni di età. Età che si riduce di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni di sconto.

Ma riguarda solo le lavoratrici che assistono una persona con handicap grave, le lavoratrici invalide civili al 74%, le lavoratrici licenziate o dipendenti di imprese in crisi. Per le ultime due categorie indipendentemente dai figli avuti si può lasciare il lavoro a 58 anni. L’assegno per Opzione Donna è calcolato con il sistema contributivo. Significa una pensione tagliata in maniera pesante per chi ha molti anni di contributi versati prima del 1996.