Secondo i calcoli dell’Ocse i giovani che sono entrati nel mondo del lavoro nel 2016 potranno andare in pensione oltre i 71 anni. Secondo l’Ocse si tratta di una delle età di uscita dal mondo del lavoro più alta d’Europa, seconda solo a quella dei danesi che dovranno attendere fino a 74 anni mentre la media dei Paesi industrializzati si attesterà sui 65,5 anni.

Pensione in Italia: al momento gli uomini sono agevolati

Al momento secondo l’Ocse l’Italia è il paese in cui gli uomini vanno in pensione effettiva prima: l’uscita dal lavoro effettiva, rispetto all’età della pensione di vecchiaia, fissata a 66 anni e 7 mesi, infatti ha una differenza di 4,4 anni con quella effettiva di uscita dal mondo del lavoro.

Nell’area Ocse, questo, sembra essere il divario più alto poiché a differenza di quello che si pensa si lascia il lavoro abbondantemente prima dei 63 ani. La media di uscita dal mondo del lavoro nell’area Ocse va da 64,3 anni a 65,8 anni per gli uomini e da 63,4 anni a 65,5 anni per le donne.

“Questo aumento di 1,5 anni rappresenta un po’ meno di un terzo dei progressi in aspettativa di vita attesi all’età di 65 anni” ovvero “meno della metà del necessario per garantire l’equilibrio tra il periodo di attività e la pensione. Nel corso degli ultimi due anni l’età legale della pensione è stata modificata in 6 Paesi. Circa un terzo dei membri dell’Ocse ha introdotto cambiamenti riguardanti i contributi e un altro terzo ha toccato il livello delle prestazioni, per tutti i gruppi di pensionati o per solo alcuni di essi. L’età normale della pensione diminuirà in metà dei Paesi della zona, e verrà tarata rispetto all’aspettativa di vita in Danimarca, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Repubblica slovacca. In media aumenterà di 1,5 anni per gli uomini e 2,1 anni per le donne stabilendosi giusto al di sotto dei 66 anni all’incirca nel 2060” si sottolinea nel documento dell’Ocse.