“Devo ricordarmi sempre di non avere aspettative, di non pensare a come sarà domani, di non pretendere che le cose funzionino come ho in mente io”, afferma Raffaele Morelli. Un modo di pensare che dovrebbe diventare il mantra di ognuno di noi. Non sempre, infatti, le cose prendono la direzione che desideriamo. Tanti, anzi, sono gli imprevisti con cui si rischia di dover fare i conti e che potrebbero cambiare il corso delle cose.

Lo sanno bene tutti coloro che dopo tanti anni alle prese con il mondo del lavoro non sono ancora certi di quando potranno accedere al trattamento pensionistico.

Questo perché i requisiti sono cambiati nel corso degli anni e a breve potrebbero risultare ancora più stringenti. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Pensione a 67 anni, ecco quando non basteranno più: salirà ancora l’asticella dell’età

La pensione è uno dei traguardi più attesi da ogni lavoratore. Questo perché segna finalmente la fine della carriera lavorativa e l’inizio di un nuovo percorso di vita in cui potersi finalmente dedicare alle proprie passioni. Peccato che accedere a tale trattamento non sia affatto facile. A tal fine, infatti, bisogna maturare determinati requisiti sia contributivi che anagrafici. Proprio quest’ultimi risultano particolarmente selettivi e a breve si potrebbe assistere ad un ulteriore innalzamento dell’asticella. Il governo, infatti, dovrà mettere mano al sistema previdenziale e attuare, finalmente, la tanto attesa riforma delle pensioni. Quest’ultima non avrà, quasi sicuramente, impatto nell’immediato.

Tuttavia le ripercussioni potrebbero risultare alquanto rilevanti per chi si appresta ad andare in pensione tra qualche anno. In particolare a finire nel mirino sono coloro che usciranno dal mondo del lavoro dopo il 2026, poiché potrebbe essere l’anno in cui la riforma prenderà piede. Il tutto andando a cambiare i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia e quella anticipata.

Quest’ultimi saranno modificati tenendo conto dell’innalzamento dell’aspettativa di vita. Ne consegue che, quasi sicuramente, non basterà più aver raggiunto l’età di 67 anni per la pensione di vecchiaia come accade ad oggi. Sempre per lo stesso motivo si potrebbe assistere ad un aumento dei contributi richiesti per andare in pensione.

I nuovi requisiti

Entrando nei dettagli, alla fine del biennio in corso si dovrebbe assistere ad un aumento dei requisiti tra i due e tre mesi. Stando a quanto stabilito dalla Legge numero 122 del 2010, infatti:

“A partire dall’anno 2013 l’ISTAT rende annualmente disponibile entro il 30 giugno dell’anno medesimo il dato relativo alla variazione nel triennio precedente della speranza di vita all’età corrispondente a 65 anni in riferimento alla media della popolazione residente in Italia. A decorrere dalla data di cui al comma 12-bis e con i decreti a cadenza triennale di cui allo stesso comma 12-bis: a) i requisiti di età indicati al comma 12-bis sono aggiornati incrementando i requisiti in vigore in misura pari all’incremento della predetta speranza di vita accertato dall’ISTAT in relazione al triennio di riferimento. In sede di prima applicazione tale aggiornamento non può in ogni caso superare i tre mesi e lo stesso aggiornamento non viene effettuato nel caso di diminuzione della predetta speranza di vita”.

Per questo motivo, chi spera di andare in pensione nel 2027 dovrà, molto probabilmente, avere almeno 67 anni e 3 mesi. Per quanto concerne le pensioni anticipate, invece, si dovrebbe passare a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni ed 1 mese per le donne. Si tratta comunque di ipotesi. Bisogna attendere, infatti, la riforma ufficiale da parte del governo per capire quali requisiti verranno chiesti in futuro per andare in pensione.