Strani questi italiani: sono così pignoli che in ogni problema cercano il pelo nell’uovo. E quando l’hanno trovato, gettano l’uovo e si mangiano il pelo“, affermava Benedetto Croce. Un concetto che sembra purtroppo ben adattarsi agli ambiti più disparati. Diversi, infatti, sono i problemi che affliggono i cittadini di ogni Paese, compresi gli italiani. Tra questi si annoverano le pensioni, spesso oggetto di critiche.

Questo per via dei requisiti particolarmente stringenti, tali da rendere l’accesso a tale misura un’utopia.

A peggiorare la situazione l’importo che si rivela essere nella maggior parte dei casi particolarmente basso e pertanto inadeguato a rispondere alle esigenze delle persone interessate. Se tutto questo nel bastasse nel corso degli ultimi mesi si è registrato un ulteriore calo. Ecco quanto percepiscono di pensione gli italiani.

Quanto prendono gli italiani di pensione: il calo degli ultimi sei mesi

I dati che emergono dall’Osservatorio Inps sui flussi di pensionamento del 2022 e del primo semestre 2023 parlano chiaro. Nell’ultimo periodo si è registrato un calo non indifferente sia dal punto di vista del numero di lavoratori andati in pensione che dell’importo di questo trattamento. Entrando nei dettagli, come si evince dal comunicato stampa del 19 luglio 2023 pubblicato sul sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale:

“Il totale delle pensioni con decorrenza nel 2022 è di 853.842, per un importo medio mensile alla decorrenza di 1.180 euro. Quelle con decorrenza nel periodo gennaio–giugno 2023 sono state 370.136 in totale, per un importo medio di 1.168 euro. Tali valori si riferiscono alle pensioni di vecchiaia, agli assegni sociali, alle pensioni anticipate, a quelle di invalidità e a quelle ai superstiti delle gestioni considerate. In particolare, per quanto riguarda le singole categorie, le pensioni con decorrenza 2022 sono state: 298.436 pensioni di vecchiaia (compresi gli assegni sociali), 259.747 pensioni anticipate, 51.330 pensioni di invalidità e 244.329 pensioni ai superstiti. Nel primo semestre 2023: 138.513 vecchiaia, 108.445 anticipate, 20.442 invalidità e 102.736 superstiti”.

Calo dei lavoratori che hanno beneficiato delle pensioni anticipate

In particolare, complice la fine di quota 100 e quota 102, si è registrato un consistente calo dei lavoratori che hanno beneficiato delle pensioni anticipate. Basti pensare che per quanto riguarda il settore pubblico sono state erogate nei primi sei mesi dell’anno in corso 42.955 nuove pensioni anticipate rispetto alle 63.630 dello stesso periodo del 2022.

Nel settore privato invece si è passati da quota 71.987 nuove pensioni anticipate del primo semestre del 2022 a 56.801 dei primi sei mesi del 2023.

Il calo delle pensioni anticipate vale anche per Opzione Donna. Viste le modifiche apportate con l’ultima legge di Bilancio, che hanno reso più stringenti i requisiti per accedere a Opzione Donna, infatti, sempre meno lavoratrici decidono di usufruire di tale opportunità. Entrando nei dettagli le lavoratrici andate in pensione nel primo semestre del 2023 sono 7.536 rispetto alle 24.559 donne di tutto il 2022. Per quanto riguarda l’importo, inoltre, la maggior parte porta a casa meno di mille euro al mese.

Ma cosa è cambiato? Ebbene, come ricordato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze grazie a tale misura le lavoratrici possono andare: “in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Opzione donna è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate. O dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi”.