Andare in pensione a 67 anni di età per molti è troppo lontano nel tempo. In primo luogo per chi non ha un lavoro leggero. E come si sa, chi svolge un lavoro logorante e pesante, non può certo lavorare fino ai 67 anni di età in maniera facile. Ma poi c’è anche chi il lavoro non lo ha più. E, in questo caso, il problema è che difficilmente se ne trova un altro a una età avanzata, sopra i 60 anni per esempio. Ma alcune soluzioni alternative esistono.

Per esempio c’è chi può uscire a 64 anni di età. E anche con carriere variegate.

“Buonasera, volevo sapere se posso sfruttare qualche possibile pensione anticipata adesso che ho 64 anni di età e 38 anni di contributi. Volevo chiedervi quali sono le misure che permettono la pensione a 64 anni. Magari con qualche misura poco conosciuta e che magari mi è sfuggita.”

Pensione a 64 anni di età, ecco quando è possibile anticipare la pensione e con che contributi

La prima misura che permette il pensionamento anticipato a 64 anni di età, è la pensione anticipata contributiva. Una misura che permette l’anticipo solo a chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Servono 67 anni di età, 20 anni di contributi versati e una pensione pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. La misura anche se somiglia a una prestazione di vecchiaia, avendo un requisito anagrafico ed uno contributivo da raggiungere, rientra nel campo delle pensioni anticipate ma solo per i cosiddetti contributivi puri.

A 64 anni in pensione? ecco le vie delle anticipate senza limiti di età

Ma a 64 anni di età può lasciare il lavoro anche chi ha raggiunto già carriere lavorative lunghe. Per esempio, una donna con 41 anni e 10 mesi di contributi o un uomo con 42 anni e 10 mesi di versamenti, possono lasciare il lavoro a prescindere dalla loro età. E se l’interessato è un disoccupato, un caregivers, un invalido o un addetto ai lavori gravosi, ecco che si può andare in pensione con 41 anni di contribuzione.

Ma come? Sfruttando la quota 41 per i precoci, che però prevede anche che un anno di contribuzione debba essere versato, anche non continuativamente, entro il compimento dei 19 anni di età.

L’APE sociale e la quota 103

Ma a 64 anni di età possono lasciare il lavoro anche quanti riescono a rientrare nell’APE sociale o nella quota 103. Essendo due misure che hanno due età minime di uscita inferiori ai 64 anni (62 anni per la quota 103, 63 anni per l’Ape sociale, ndr), è evidente che sono due vie perfettamente percorribili per poter mandare in pensione prima i contribuenti.

Per l’APE sociale serve che l’interessato si trovi con almeno 63 anni di età ed almeno 30 anni di contributi, ma solo se allo stesso tempo rientra in una delle categorie previste che sono sempre i disoccupati, gli invalidi e i caregivers. Servono 32 anni di contributi e 63 anni di età per gli edili o i ceramisti. E 36 anni per tutte la altre categorie di lavoro gravoso previste dalla normativa vigente. Per la quota 103 invece bastano addirittura 62 anni. Ma in questo caso servono 41 anni di contributi versati.

Le pensioni anticipate sono davvero molte, anche se con requisiti specifici e rigidi

Ma chi ha 64 anni di età può anche andare in pensione con la pensione di vecchiaia per invalidi. Infatti per chi ha una carriera contributiva minima di 20 anni, a 61 anni di età (le donne a 56 annui), c’è la possibilità di andare in pensione con l’80% di disabilità specifica. Parliamo della invalidità e riduzione della capacità lavorativa specifica per le mansioni che svolge un lavoratore. Anche in questo caso 64 anni di età sono sufficienti. Come per i lavori usuranti o notturni, che hanno nei 61 anni e 7 mesi di età la soglia anagrafica minima da centrare.

Basta svolgere uno dei lavori previsti dalla normativa vigente, raggiungere quella età e completare 35 anni di contributi versati e quota 97,6.