Togliere ai ricchi per dare ai poveri. Il vecchio adagio del PD torna a farsi sentire all’indomani dell’emergenza economica per coronavirus. Così si pensa a una tassa sui redditi Irpef più alti in maniera da raccogliere subito soldi da mettere a bilancio.

La chiamano Covid Tax o semplicemente contributo di solidarietà, ma sta di fatto che è a tutti gli effetti un prelievo forzoso sui redditi delle famiglie. Inserita con emendamento nel Decreto Cura Italia in fase di conversione in legge alla Camera, la “patrimoniale”, così impropriamente definita, avrebbe lo scopo di andare incontro ai più bisognosi in questo momento di emergenza nazionale.

Covid tax sui redditi superiori a 80.000 euro

Ma in cosa consisterebbe questo repentino intervento fiscale? In sostanza il PD propone di applicare un contributo sui redditi Irpef superiori a 80.000 euro già da subito fino al 31 dicembre 2022, anche per superare l’impasse degli aiuti economici parzialmente bloccati dall’Europa. Più nello specifico l’imposta sarebbe scaglionata: oltre 80.000 euro di Irpef si applica il 4% di imposta, oltre 100.000 si applica il 5%, oltre 300.000 si applica il 6%, oltre 500.000 si applica il 7%, oltre 1.000.000 si applica l’8%. In tutto verrebbero coinvolti 803.741 contribuenti per  (pari all’1,95% del totale) per una raccolta di 1,25 miliardi di euro. Per fare un esempio pratico, chi ha un reddito di 100.000 euro all’anno pagherebbe 800 euro lordi in più di tasse, 345 euro netti. In più questo contributo sarebbe deducibile dalla dichiarazione dei redditi.

L’emendamento al decreto Cura Italia

Siamo dinanzi alla più grave crisi del Paese dal secondo dopoguerra e per questo serve una misura che va in direzione della giustizia sociale – ha detto il capogruppo PD Graziano Del Rio -. Questa misura, pensata anche dal governo di centrodestra nel 2010, avrebbe carattere temporaneo e non sarebbe richiesta a chi ha subito danni dalla crisi. Noi continuiamo a voler perseguire sempre più giustizia sociale. Sorprendono certe reazioni anche all’interno della maggioranza ma noi crediamo che questa discussione vada fatta e abbiamo dato il nostro contributo“.

Si tratterebbe quindi di un contributo di solidarietà minimo, se paragonato alla consistenza del reddito annuo presa in esame, a carattere temporaneo, da destinare a tutti coloro che versano in situazioni di povertà a causa della crisi o in situazioni di grave difficoltà per la perdita completa del reddito come i giovani lavoratori autonomi.

Levata di scudi di opposizioni e maggioranza

La proposta non ha però incontrato il favore degli altri partiti di governo che sarebbero pronti a bocciarla radicalmente. Mentre ha sollevato un vespaio fra le opposizioni che non hanno perso occasione per tacciare il PD come il solito partito delle tasse. Infuriato anche il premier Giuseppe Conte che non è stato informato di nulla a riguardo venendo a conoscenza dell’emendamento da fonti non ufficiali. Per di più il decreto Cura Italia necessita di un iter di conversione in legge veloce a livello parlamentare, proprio in un momento in cui non c’è tempo da perdere, ed è già stato approvato al Senato. Mentre alla Camera si è arenato sull’emendamento inserito dal PD riguardo alla Covid Tax. Una modifica che, oltre a essere d’intralcio procedurale in questo momento, meriterebbe sicuramente una più ampia discussione a livello parlamentare.